In Basilicata comanda la criminalità, lo Stato si sgretola

24 giugno 2014 | 17:21
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In Basilicata comanda la criminalità, lo Stato si sgretola

Troppe cose sono successe negli ultimi mesi per rimanere in silenzio e non trovare il tempo di ‘incazzarsi’. La misura è colma ed il disastro dietro l’angolo: non è più logico né accettabile ciò che sta succedendo. Pittella va a Roma a capire come svincolare dal patto di stabilità le royalties, magari per utilizzarle come ha già fatto per i fondi del post terremoto nel suo Comune, Lauria, ove la Corte dei Conti lo ha pubblicamente sanzionato.

Una giunta inconsistente. E’ l’uomo dei bonus Pittella, dello scialacquo dei soldi altrui, provenissero dal ventre della terra o dalle compensazioni di un disastro, lui non riesce a creare niente, dilapida quello che trova, lasciato da altri e prosegue, è un rampollo di famiglia, improvvisato amministratore. La sua giunta esterna, è talmente esterna da non esistere, l’unica cosa di peso della giunta esterna è la sua inconsistenza: Berlinguer ha collezionato una serie di papere stratosferiche sull’ambiente, Franconi e Liberali non sono pervenuti ad oggi, e Ottati con una mano si avvicina alla plebe in difficoltà con l’altra non realizza nulla di ciò che promette. Ma la cosa più assurda è che da mesi si consumano incontro carbonari nell’azienda di un grosso allevatore di Pisticci Scalo, il quale che sia ricoverato in ospedale o che soggiorni a casa sua, riceve puntualmente le visite degli assessori regionali quasi fossero parenti. Badate bene, un allevatore, che esporta i suoi prodotti all’estero, avvelenando magari consumatori stranieri, che da sempre alleva non solo capi di bestiame ma rapporti con la politica, sta col cappello in mano in attesa della migliore offerta, sapendo comunque che né lui, né i suoi dipendenti, né i suoi prodotti potrebbero più vivere lì o essere commercializzati.

Chi ha tradito la Basilicata. Questi sono i primi traditori della Basilicata, quelli che Levi ha sacralizzato a custodi di una miseria sacra ed ancestrale, sono diventati ogni i primi sfruttatori del nostro territorio, diventano non più proprietari di un terreno ma stupratori dello stesso, perchè in Basilicata il diritto alla proprietà è diventato stragismo ambientale. Il Sindaco di Pisticci minaccia blocchi e dopo ha paura di farli, la gente e le associazioni locali non riescono ad unirsi per il bene comune, perché forse divisi tra chi non vuole farsi nemici e chi vuole solo visibilità, e Tecnoparco contribuisce economicamente alla festa patronale, alle società sportive, finanche alla piantumazioni di alberi ed al tessuto sociale pisticcesi questo basta. Il punto forte di tutto questo ragionamento è la mancanza di donne, perché in una terra dove gli uomini hanno perso le palle non per colpa di particolari patologie ma per colpa dell’ignoranza, le mamme e le nonne che a Pisticci Scalo hanno perso qualcuno o qualcosa non reagiscono, dimenticando anche un basilare rispetto per i morti che meritano giustizia. A ciò si aggiungono una magistratura lenta, incapace, assente, senza mezzi o volontà, che si schiera con la gente solo durante le elezioni, rappresentata da qualche Masaniello togato che magari neanche legge tutte le carte; intellettuali dell’Unibas che eccetto una geologa pugliese sono leccapiedi del potere politico, ed imprenditori locali collusi con la camorra e la n’drangheta da decenni ma la magistratura toppa anche lì.

La speranza? Svegliarsi una mattina con un senso di colpa, e dire me ne frego di tutti e di tutto io vado a fare quello che reputo giusto per questa terra, e sperare di incontrarsi lì un giorno per respirare aria nuova. Tra manifestazioni farsa, incontri segreti a Potenza tra sindaco e Regione, ovviamente senza alcun cittadino libero presente, i soliti noti decidono per tutti. Questo stato di cose fa vomitare, è vomitevole lo svuotamento delle istituzioni: il consiglio regionale nonostante tutti i problemi e le questioni aperte si riunisce più o meno una volta al mese, gli assessori esterni assenti da consigli e giunte, i consiglieri che si rifiutano di discutere in aula le incompatibilità ed i conflitti d’interesse di alcuni colleghi, allevatori che di colpo diventano amici e locandieri degli assessori regionali, i fondi europei usati per comprare il silenzio di chi potrebbe denunciare l’inquinamento e non la fa non perché analfabeta ma perché corrotto e criminale e poi dulcis in fundo si inizia a parlare di marchio No-Food, ossia compensare economicamente chi non può più produrre alimenti perché contaminati. Così tante sigle ambientaliste in Basilicata e così poche persone con gli attributi, tutti ad aver paura della denuncia, come tanti imbecilli a cui indicando la luna si fermano a parlare del dito. E Roma? Ci tira le orecchie nelle segrete stanze delle conferenze di servizio, ci dice che l’ambiente non è vivibile e che non vogliamo le bonifiche per convenienza economica e finisce lì la sua parte, viscida, duale: un ministero ti dice che sei fregato dal punto di vista ambientale, l’altro il Mise, ti chiede più petrolio. In tutto questo scollamento è la criminalità, la forma di stato che si sta facendo più appetibile per le masse ma intanto Pittella va dal Papa perché almeno la sua anima cercherà di salvarla.