Caro amico Leonardo, l’Eni ti ha ingannato

L’assicurazione non ti riconosce la malattia professionale. La banca non riconosce la tua storia e ti risponde “ci dispiace”
Lo Stato non sa nemmeno chi sei, e se ne frega. Equitalia ti consiglia di non insistere. L’agenzia delle entrate fa spallucce. I tuoi sogni svaniscono nell’arena dell’assurdo. E non sai in che mondo vivi, in quale Stato sei capitato. Eppure volevi dimostrare le tue capacità, volevi dare fuoco alle tue idee. Niente di più semplice in un Paese normale. Ma questo non è un Paese normale. Perché c’è quel funzionario che ti rompe i coglioni. Chissà, forse vuole la tangente, ma non sai se questo può aiutarti o può distruggerti. E non dormi più. Volevi essere una persona che si da fare, per rispondere a tuo padre che ti ha sempre considerato un nulla facente. Volevi dare l’anima ai tuoi sogni, piantare la coscienza nell’orto del futuro. Ma c’è quel politico che ti rompe i coglioni. Neanche lo hai votato. Ma lui conta, conta molto, perché molti coglioni lo hanno votato. Senza di lui non puoi andare avanti. Ma puoi andare indietro. Impiccarti come gli altri. E nessuno saprà chi è il responsabile. Sei tu, senza dubbio. Lascia quella corda, conservala nelle tasche rotte e usala per minacciare questi irresponsabili. Tu non sei la vittima, caro Leonardo, sei l’autore del tuo futuro rivoluzionario. Non devi difenderti. Devi attaccare. Non devi morire, devi vivere per tutti noi. Ricorda, questa gente ignobile prima o poi dovrà abdicare alla verità. La storia è nostra alleata. Quelli dell’Eni ti hanno ingannato. Però, scusami, perdonami, ti voglio bene, ma sei tu ad avere ingannato te stesso. Ti aspettavi carezze dal diavolo?