Schema idrico Basento-Bradano: Il denaro è in mano ai “lupi”
Il governatore Marcello Pittella spera nei “lupi” dello sperpero di denaro pubblico e gioca con i lucani e con i 69 milioni di euro dello schema idrico del Basento/Bradano tolti alla Basilicata e destinati a quel pozzo senza fine che si chiama Expo 2015. Malaffare denunciato più di un anno fa dal M5S e che adesso ha visto l’intervento della magistratura con una serie di arresti eccellenti. Questi 69milioni di euro, i nostri rappresentanti regionali e nazionali dei partiti di governo, prima se li sono fatti scippare dalla loro stessa maggioranza, poi hanno cercato di barcamenarsi con un fasullo emendamento di Cosimo Latronico, all’interno della legge “Destinazione Italia”, e adesso si inventano la tragicomica mossa teatrale di una accorata lettera al ministro dei trasporti, Maurizio Lupi, uno dei maggiori sponsor politici dell’Expo 2015, pur sapendo che queste risorse non sono più disponibili. Marcello Pittella nella tragicomica lettera teme «il pericolo di definanziare un’opera importantissima per il comparto agricolo, da sempre pilastro portante dell’economia lucana», quando nella realtà, non glie n’è mai fregato nulla dell’agricoltura lucana, in quanto con Bubbico, Viti, De Filippo, Adduce, Latronico e Pagliuca l’hanno ridotta senza più un mercato locale e in totale sudditanza delle Coop rosse emiliane, che determinano prezzi, stoccaggi e coltivazioni. I soldi dello schema idrico, non solo li hanno persi (se caso mai l’Expo lascerà qualche spicciolo, finiranno al porto di Piombino), ma nella realtà, non li hanno mai voluti. Tanto è che se li sono palleggiati dal 2006 senza utilizzarli, forse perché l’area in questione, tra Banzi, Palazzo San Gervasio e Oppido Lucano, è oggetto da tempo degli interessi dei grandi produttori di energia coi soldi dei contribuenti. Come quelli della centrale termodinamica che proprio nell’Alto Bradano occuperà 250 ettari di terreni fertili e consumerà migliaia di litri di acqua pubblica all’anno. Con l’obiettivo non dichiarato di produrre più incentivi pubblici chekilowattora (alle nostre latitudini il termodinamico non funziona correttamente e, infatti, si collega a una centrale a gas da 15 mw): a fronte di uninvestimento di meno di 300 milioni e una produzione ipotetica di 50 Mw, la multinazionale spagnola della Teknosolar incasserà in 15 anni circa 1 miliardo di euro di bonus destinati dall’ex governo Letta, con una legge ad hoc, proprio al termodinamico. Su questa centrale, Pittella e soci fanno orecchie da mercanti e ancora non si esprimono, nonostante l’inutilità energetica di questo impianto per la Basilicata (è utile solo alle tasche degli azionisti della multinazionale spagnola), e nonostante sul territorio, compreso le aree della vicina Puglia, non sia né voluta né ben vista. Tra l’altro, in questi giorni, la multinazionale spagnola sta recapitando ai proprietari dei fondi agricoli interessati, una lettera nella quale si minacciano le procedure di esproprio se i proprietari dei fondi non accettano le condizioni di acquisto stabilite dalla Teknosolar in maniera generica e senza nemmeno specificare da quale base di valore commerciale di terreno e di fatturato annuo per ettaro, loro intendano partire. Nel consigliare agli agricoltori dell’area di non accettare pressioni né tampoco che qualcuno svaluti i fondi agricoli dopo che è già stato svalutato il profittoannuo delle coltivazioni, una domanda ci viene da fare a Pittella & soci: da quando in qua è considerata opera di pubblica utilità una speculazione privata di incentivi pubblici, tanto da essere utilizzata come minaccia per ammorbidire le resistenze degli agricoltori lucani?
Mirella Liuzzi e Vito Petrocelli portavoce M5S al Parlamento italiano