Potenza è una città complicata

15 maggio 2014 | 15:24
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Potenza è una città complicata

Potenza è una città complessa sia in termini di relazioni sociali sia sul piano della strutturazione dei legami comunitari. E’ una città esposta a diverse contaminazioni culturali, antropologiche, mediatiche. Potenza viaggia a più velocità in base ad una stratificazione complessa della società locale: la dimensione dell’economia forte legata ai lavori pubblici e ai servizi pubblici, la dimensione dell’economia “affaticata” dei servizi e del commercio, la dimensione dell’economia precaria legata al piccolo abusivismo, al sommerso. In queste dimensioni economiche si stratifica una società divisa, conflittuale, vocata all’apparire e sempre meno legata a valori comuni. La cultura comunitaria di appartenenza è in continua dilatazione da almeno 20 anni, si è sfilacciata. C’è la velocità di un pezzo di società che continua ad avanzare in termini di reddito, posizione, capitale di prestigio; c’è la velocità di un pezzo di società che rallenta, indietreggia, peggiora e crea problemi di diversa natura. Paradossalmente la rete estesa di legami comunitari è rete familistica, spesso sono reti di furbizie per ottenere vantaggi per se e per la propria famiglia a discapito del vicino. Potenza è il centro della politica che consuma fiducia erodendo le basi morali della convivenza sociale. La città è molto vicina a ciò che il Censis un tempo chiamava società mucillagine. Una città poltiglia, pessimista, una mucillaggine di individualismi e di ritagli personali. Una mucillagine che dondola in una società vacua, banale, incapace di generare coesione. Tuttavia la città ha molte potenzialità sociali economiche culturali, ma si tratta di potenzialità che in assenza di politiche di welfare funzionali allo sviluppo, rischiano di annullarsi come già sta accadendo. L’assenza di politiche di welfare funzionali moltiplica i problemi anziché favorire potenzialità. La popolazione sta lentamente invecchiando. E’ ancora alto il tasso di disoccupazione femminile e giovanile. I fenomeni di disagio sono in incremento, insieme ai fenomeni più specifici di analfabetismo funzionale, di dipendenze, di povertà, di vandalismo, di microdelinquenza. I processi di espansione in alcuni settori dell’economia (vedi edilizia) non hanno agganciato connessioni significative con altre sfere dell’economia e della società. C’è una separatezza tra settori in crescita temporanea e settori in contrazione. Il che vuol dire che gli effetti sulla ricchezza cittadina sono pari a zero. In questa situazione è necessario mettere in campo azioni di rinforzo dei fattori di sviluppo non centrati direttamente sulla crescita. Vale a dire tutti quei fattori che fanno riferimento ad una concezione più completa dello sviluppo. Quali fattori? Capitale sociale e civile, capitale istituzionale qualificato, fiducia, partecipazione, cultura, conoscenza, coesione. Sono alcuni dei fattori indispensabili a fondamento di tutti i processi di sviluppo. Quindi il tessuto su cui devono poggiare crescita e  sviluppo deve essere un tessuto capace di reggere, di accogliere, un tessuto preparato e costantemente adeguato. Tutto questo riguarda le politiche sociali, la capacità di mettere a regime una programmazione che affronti le vere questioni sociali della città. Ma occorre, insieme, mettere a regime azioni di ripristino dei legami fiduciari tra cittadini e politica.