Campionissime in scena

14 maggio 2014 | 10:47
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Campionissime in scena

Ha riscosso molto successo lo spettacolo teatrale “Campionissimissime” portato in scena dall’Associazione “Un palco nudo” di Torino al teatro “Ruggiero II” di Melfi. Lo spettacolo, scritto del giornalista Gian Paolo Ormezzano, ha concluso la giornata che la Commissione regionale Pari Opportunità, il Comune di Melfi e l’Associazione “Francesco Saverio Nitti” hanno voluto dedicare al tema “Donne & Sport” e che si era aperta in mattinata, alla presenza dell’ex pallavolista Consuelo Mangifesta e dello stesso Ormezzano, con un incontro sul tema all’IIS “G. Gasparrini” di Melfi.
“Per molto tempo –afferma Gian Paolo Ormezzano- lo sport è stato rappresentato anche come un posto in cui la donna rincorre i primati dell’ uomo. Hanno trovato spazio “teorie” sul raggiungimento – e persino sul superamento – della donna nei riguardi dell’uomo, in sport che privilegiano la scioltezza, il senso del ritmo e anche la sopportazione della sofferenza : dal nuoto al podismo su grandi distanze. La donna non era ammessa neanche come spettatrice nei Giochi Olimpici antichi, quelli dei greci, ed è stata anche tenuta a lungo lontana dal programma dei Giochi Olimpici moderni, inventati dal barone francese Pierre De Coubertin, grande fautore della mascolinità dello sport. Alla donna che lotta nello sport ho voluto dedicare una serie di ritratti e vicende al femminile: con i tempi che corrono, con le mistificazioni assortite che dopano in tanti sensi anche lo sport, è bene precisare che si tratta di storie rigorosamente vere”. Tre le bravissime attrici, Marlene Pietropaoli, Valeria Francese e Chiara Pautasso, che hanno portato in scena sei storie di donne speciali, donne “storiche”: dalla mamma ateniese che ai primi Giochi olimpici, 776 a.C., si travestì da uomo per andare allo stadio a veder gareggiare il figlio alla velocista polacca Stella Walsh, uccisa da una pallottola vagante in un supermercato statunitense durante una rapina e rivelasi in realtà un uomo dopo l’autopsia, dalla controfigura di Jane di Tarzan la nuotatrice mamma di Don Schollander, un grande della piscina, a Sonia Henie, norvegese, bambina prodigio del pattinaggio su ghiaccio, fino a Karen Muir, nuotatrice sudafricana bianca, vittima dell’apartheid che escluse il suo Paese dai Giochi e a Florence Griffith la bellissima sprinter di colore americana uccisa giovane da un male raro e chiacchierato. Il tutto impreziosito da bellissime immagini d’archivio sulle protagoniste e musiche celebri che hanno fatto da colonna sonora ad uno spettacolo che ha riscosso, oltre alla soddisfazione degli organizzatori, anche l’applauso convinto di un pubblico numeroso ed attento.