
A Culturandia la guerra era scoppiata già da tanto, e in ogni parte si vedevano disoccupati di guerra; nel mezzo di una zona dissanguata e sforacchiata, la città versava in condizioni difficili; sembrava infatti che solo l’associazione “Aiutati che Dio ti aiuta”, avrebbe potuto salvarne le sorti. Per anni, infatti, Culturandia aveva vissuto in balia dei consigli di chi, in realtà, non aveva minimamente pensato al bene della città, sfruttandone le risorse e rendendola vulnerabile agli attacchi esterni, così tanto da farla diventare subito vittima allo scoppio della guerra. A questo punto, quindi, tutto era nelle mani del Signor Popolo, Presidente dell’associazione; egli aveva il potere di decidere della condizione della città, dei suoi cittadini, del loro futuro. Il tempo stringeva e il Presidente doveva risolvere la situazione entro il 25 del mese; così, riunì i suoi consiglieri più fedeli, coloro i quali avevano sostenuto la sua carica e si erano ingraziati i suoi favori, per cercare di risolvere questa situazione. Il primo, Continuità, sentendosi investito di questa gran responsabilità, rispose subito all’appello del Presidente, il quale però, ben presto si rese conto della monotonia e vanità dei suoi discorsi. Continuità, infatti, continuava a proporre le sue vecchie idee, mai realizzate, e a nominare ciò che aveva fatto fino a quel momento per l’associazione, vantandosi di aver realizzato l’impossibile; ma il Signor Popolo, demoralizzato da questo suo comportamento, pensò che forse non era conveniente affidargli questo compito così importante. Deluso, il Signor Popolo si rivolse a Sobrietà e Cambiamento, che promettevano: “con Noi si vince la guerra!”. Sorridenti e pieni di sé, risposero all’appello del Presidente, sicuri che la guerra sarebbe finita grazie alla messa in campo delle più costose strategie e armamenti. Portarono quindi con loro i più grandi Generali, coloro che combattevano da tempo; all’apparenza grandi condottieri, ma in realtà erano quelli che guardavano la guerra dalle retrovie, impartendo ordini inutili e vedendo morire i soldati in prima fila, tanto da venire condannati dai loro stessi combattenti per crimini di guerra. Il Saggio Popolo, alla vista di ciò, capì che in realtà i consiglieri Sobrietà e Cambiamento erano pilotati dai loro generali, interpellati soltanto per ammaliare il Presidente, e che, quindi, non volevano la fine della guerra, ma solo nuove battaglie; così, il Signor Popolo, si rese conto che il loro reale slogan non era “Con noi si vince la guerra”, ma “Con noi continua la solita guerra”. Scoraggiato, il Presidente interpellò Innovazione che, estroso e ostentatore, convinto del suo “Si può fare”, mostrò tuttavia subito di essere l’alter ego di Continuità, nascondendosi dietro le sue proposte, la sua reputazione, sfruttando la situazione per innalzarsi allo stesso livello di Continuità, dimostrando quindi di essere inadeguato per il difficile compito che il Signor Popolo voleva assegnargli. Demoralizzato, infine consultò Astensione, che però non ne volle sapere di trovare una soluzione, pensando che, lavandosene le mani, il problema sarebbe diventato di qualcun altro mentre lui rimaneva innocente e giudice, senza rendersi conto che in realtà non era così e che, in questo modo, avrebbe contribuito all’ inasprimento della guerra. La situazione era davvero tragica e non si vedeva via d’uscita, ed ecco che il Presidente capì che l’unico modo era Cambiare Musica, ma per cambiare davvero musica c’era una sola cosa da fare, Cambiare i Musicisti! Antonio Russo