“Potenza non è città cultura”

30 aprile 2014 | 09:25
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“Potenza non è città cultura”

Potenza non è Città Cultura. Non lo è mai stato al di là di qualche iniziativa sporadica, costata sin troppo con i soldi dell’Ue rispetto al gradimento del pubblico, e di tanta propaganda dell’ex sindaco Santarsiero che pure ha sperperato risorse significative specie di fondi Ue. E’ il pensiero di Gaetano Cantisani, dirigente regionale di IdV, autore di libri, studioso della cultura e delle tradizioni popolari. Cantisani va giù duro: la città merita ben altro di qualche cartellone di spettacolo, di teatro, di mostre che si riescono a realizzare grazie al sacrificio di associazioni, circoli, espressioni di volontariato e di qualche operatore-imprenditore come ha testimoniato il recente concerto di Ligabue. Credo che l’emblema più significativo della propaganda sia la “carcassa” dell’ex Cinema Ariston tra via IV Novembre e via Messina. In tanti anni l’Amministrazione Comunale non è stata capace di restituire alla città un contenitore di cultura sia pure cinematografica e comunque adatto a qualsiasi altro tipo di spettacolo. In molte occasioni e a sproposito ho sentito parlare di operazione culturale di recupero dell’identità ma – dice Gaetano Cantisani – se non si creano le condizioni minime per sprovincializzare la cultura cittadina non capisco quale identità potentina si possa promuovere. Basterebbe prendere esempio dalla Città di Matera che ha avuto un successo di turisti e di attenzione da parte degli operatori internazionali della cultura, dell’arte, dello spettacolo per capire cosa fare. C’è comunque un elemento da cui ripartire che è rappresentato dal diffuso associazionismo cittadino che non si è mai fidato della propaganda (Potenza Città Cultura) ed ha sempre puntato sulle proprie risorse e sull’impegno diretto dei cittadini segno evidente di “attaccamento” a radici ed identità. Adesso, finalmente, ci sono le condizioni da non sprecare per liberare le energie culturali della città dalla cappa dell’assistenzialismo e clientelismo e per dare pari opportunità di iniziativa in termini di manifestazioni e cartelloni.