Le mani sulla città

23 aprile 2014 | 10:46
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Le mani sulla città

Questa campagna elettorale si è già trasformata in un’offesa all’intelligenza dei lucani intelligenti. Siamo costretti ad assistere ai litigi tra correnti, comitati e clan di partito sulla scelta del candidato sindaco. Una feroce battaglia, tutta interna al Pd e “ai centrosinistra” sui nomi o meglio sui posizionamenti 

e sulle future spartizioni di poltrone e affari. Ancora non si capisce quali sono le proposte per fare uscire la città di Potenza dal torpore morale, culturale e politico in cui è sprofondata in questi anni. Non mi riferisco a chi, in queste settimane, ha presentato progetti per il futuro di Potenza. Mi riferisco al Pd, che ritiene di essere l’unico partito in grado di governare. Ma il Pd, ce l’ha uno straccio di progetto per questa città? Chissà. Intanto si sfidano a duello sui nomi dei candidati. Intanto parlano a vanvera di democrazia e di cambiamento. Un esempio? Nella feroce battaglia interna ai pittelliani e tra questi e il Pd che candida l’avvocato Luigi Petrone contro Roberto Falotico, non solo volano stracci, ma volano anche fesserie. Il giovane pittelliano Polese non vuole Falotico candidato. Gli altri pittelliani, al contrario lo vogliono a tutti i costi, in nome del cambiamento. Ed ecco la fesseria più grossa. Galante, Giuzio e Bradascio, Robortella così scrivono in una nota contro Polese: “I tatticismi sono archeologia politica. E non fermeranno i cambiamenti. Il cambiamento non può servirsi di ipocrisie. Nessuna alchimia è concessa in favore della restaurazione.”. Questi signori o ci sono o ci fanno. Evidentemente fanno finta di non sapere che il simbolo del loro cambiamento, Roberto Falotico, assomiglia molto ad un sepolcro imbiancato piuttosto che ad un germoglio. Falotico, da circa 30 anni sulla scena politica. Ex Dc, ex Popolari, ex Margherita, Ex Pd, ex Dec, ex centro sinistra poi centro destra e poi nuovamente centro sinistra. Ex consigliere, ex assessore. Insomma, un uomo che ha accumulato tanti “ex”, difficilmente può essere considerato “faro del rinnovamento”. Questi paladini del cambiamento ci sanno spiegare qual è il loro progetto per la città di Potenza? Sono certo che lo spiegheranno, magari con quattro chiacchiere fumose scritte sopra un volantino elettorale. Forse per loro ciò che conta è mettere le mani sui Fondi europei e sugli appalti? Non ci resta che sperare sulle liste alternative di cittadini e movimenti che ad oggi hanno già detto chiaramente che cosa intendono fare per questa città. Gente, questa, che non ha fatto a pugni per decidere i candidati, ma ha discusso a lungo sui programmi.