Azione civica, le ragioni di una scelta. Gli outsider

14 aprile 2014 | 15:55
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Azione civica, le ragioni di una scelta. Gli outsider

Mi onoro di essere cittadino potentino da generazioni. Il mio stesso nome di battesimo (Gerardo) non lascia alcun dubbio circa la mia origine. Proprio in quanto persona che vive questa città dalla nascita, mi sono fatto alcune domande. Porsi delle domande e guardarsi intorno con occhi un pò più attenti della distrazione che ci attanaglia, sono fattori propedeutici alla costruzione di qualcosa che abbia l’ambizione di andare oltre il quotidiano. Le domande sono, ad esempio, del tipo: ma è proprio questa la città che vogliamo? È una città che ha soluzioni anche per i più deboli? È una città che mette tutti sullo stesso piano oppure crea delle differenze? Come vive questa città chi non ha l’automobile? E chi ha una carrozzina? E chi vuole solo andare a piedi? E chi vuole andare in bicicletta? E chi desidera fare una sosta in spazi attrezzati, magari verdi? Dopo che si è cominciato così, a quel punto si è pure costretti a darsi delle risposte. Da quel punto, probabilmente, scatta una specie di spirito critico, si innesca una voglia di prodigarsi a fare qualcosa per cambiare, e scattano meccanismi tipici degli outsider. Gli outsider sono quelli che non vengono da nessuna parte, ma che però vorrebbero andare da qualche parte, quelli che fanno parte della massa dei cittadini dimenticati, che non hanno mai avuto un volto, al massimo un nome e un indirizzo, ma solo quando devono recapitargli delle multe, per il resto ne parliamo alla prossima campagna elettorale, quando si ricordano i visi – i nomi no, sarebbe uno sforzo eccessivo -. Ed ecco allora che gli outsider – quelli che hanno saputo guardare al mondo che li circonda con spirito un pò più critico -, si organizzano. L’organizzazione fa molta paura a chi gestisce il potere, perchè i cittadini organizzati diventano consapevoli, si informano, studiano, si riuniscono, discutono, elaborano, insomma mettono in discussione e analizzano l’esistente per cercare di capire come si può fare a migliorarlo. È così che siamo diventati “Azione Civica”. E a un certo punto abbiamo capito che la città va vissuta, narrata, raccontata diversamente da quanto hanno fatto finora, prima di tutto nei confronti di noi stessi. Il racconto della città che vorremmo prevede che essa debba tornare ad appartene ai suoi fruitori primari, i cittadini, sottraendola al controllo di chi ha perso qualunque contatto con le persone, con le loro esigenze, con i loro reali bisogni. Dalle risposte e dalle riflessioni che ne discendono è nata la costruzione della visione. La visione non è, come pensano molti, una semplice strategia generica, è piuttosto la capacità di rimettere dentro un unico cerchio, realtà urbane, economiche e sociali appartenenti ad àmbiti differenti e armonizzare il loro sviluppo lungo assi compatibili con le esigenze di tutti. Come delle perle (i singoli progetti) legate da un unico filo – che è, appunto, il quadro di assieme definito con il nome di “visione” -, è nato il Programma per la città, che si può riassumere entro due assi fondamentali, un asse che guarda all’esterno ed uno che guarda all’interno della città. A) Asse Esterno – Riguarda la complessa tematica dell’organizzazione urbana che permette di ottimizzare l’ingresso in città di circa 20.000 persone /giorno. La stragrande maggioranza di questi visitatori giungono in città con mezzi propri, rappresentano una risorsa enorme per la nostra città e meritano pertanto la massima attenzione in tema di coinvolgimento nelle attività cittadine secondo la logica di “Potenza città aperta”. B) Asse Interno – qui si rinvengono le singole progettualità su cui abbiamo lavorato nel corso degli ultimi due anni. Le misure previste per lo sviluppo cittadino si suddividono in 3 aree: 1) RIDUZIONE dei COSTI e AUMENTO dell’EFFICIENZA – Sotto questa voce troviamo progetti alternativi a quelli esistenti (che non hanno portato ad alcuna beneficio, pur costando parecchi milioni di euro): Mobilità, rifiuti, riutilizzo palazzi di proprietà comunale, ritrovata efficienza della macchina amministrativa, ottimizzazione degli impianti sportivi. 2) Metodo di coinvolgimento – appartengono a quest’area tematica alcune iniziative che Azione Civica ha realizzato nel corso degli anni precedenti, basandosi sulla domanda proveniente dai cittadini stessi. Rigenerazione delle periferie urbane, il problema del centro storico, il sistema della comunicazione urbana, il decentramento della governance cittadina. 3) tematiche sociali e ambientali – Di quest’area tematica fanno parte misure già attuate che vanno nell’ottica di aiutare i tanti, troppi, che in questa città restano indietro, oltre a progetti che prevedono la risoluzione non più dilazionabile di urgenti e dannosissime questioni ambientali (SiderPotenza su tutte). A rimarcare la mia personale potentinità, desidero infine condividere la poesia di un grande poeta potentino che ha scritto tanto per la sua città, Vito Riviello. “Costruzioni” A piazza 18 agosto dove c’era la villa ora sorge un palazzo. Lo so che l’erba va tagliata quando una via s’incontra con la piazza. L’infiorata dei mandorli svanisce, e perisce la fontana con la testa barocca. Ma finisce un respiro di malva su cui correvano i bambini, che vogliono alzare il palazzo per ritrovare la palla di pezza. Ci sono autobus verdi e chiari, rari sono i muli che passano e hanno un uomo smarrito sul dorso Un paese, una campagna, diventato, in fretta e furia, città. All’assalto della campagna vi fu un ricco palazzo di montagna e per questo Potenza è rimasta un rione, un rione, un rione.

Dino De Angelis – candidato sindaco per Azione Civica