Sulle macro regioni si abbia il coraggio di andare oltre

23 marzo 2014 | 19:33
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Sulle macro regioni si abbia il coraggio di andare oltre

Cambiare a tavolino la carta geografica è l’ennesima truffa studiata ai danni del Sud. Il potere sarà nelle stesse mani.Ma le responsabilità saranno scaricate su autorità locali fintamente autonome e “incapaci” di gestire l’autonomia che sarà loro concessa dallo Stato centrale. Chi fa salotto su queste ipotesi di “innovazione” del quadro geopolitico italiano ed europeo dovrebbe avere più coraggio. Non ha senso accorpare territori e modificare linee di confine. Non ha senso, anzi è pericoloso, ragionare esclusivamente in termini di risparmio trattando questioni delicate nell’ottica di un misero pensiero calcolante.  Avrebbe senso, al contrario, andare fino in fondo e accettare la sfida in tutta la sua complessità e totalità. Separare il Sud dal resto dell’Italia è la sfida. Un Mezzogiorno nuovo, Stato autonomo, che si assume la responsabilità del suo destino proprio perché Stato e Nazione. In molti sarebbero d’accordo, soprattutto la popolazione stanca di subire l’arroganza di uno Stato centrale che rimane al servizio delle regioni del nord ormai da 150 anni. Stanco di politici cosiddetti meridionali che si calano le brache dinanzi alle individuali prospettive di carriera. L’argomento è lucidamente trattato nel libro di Marco Esposito che si intitola appunto “Separiamoci”. Un ragionamento, quello del giornalista de Il Mattino, fondato su numeri e fatti. Chi vaneggia sulle macro regioni dovrebbe avere la sensatezza di spiegare quante risorse dell’Unione europea finiscono al Nord. Quante tasse paga il Sud  e quanti servizi il Sud riceve dallo Stato nord-centrico. Scrive Esposito: “Il Sud sarebbe il nono Paese d’Europa per popolazione, sedicesimo per superficie, posizione media per ricchezza. Città tutte collegate fra loro in un’ora di aereo. Linee dirette quotidiane con Bruxelles e le capitali europee. Navi per Nord Africa e Balcani. Patrimonio culturale e ambientale non secondo a nessuno. E la dieta mediterranea. Tradizione musicale di livello planetario.” Ma, aggiungo, sarebbe lo Stato più importante del Mediterraneo, strategico, centrale. In questa Europa il Sud del paese è periferico, periferico in relazione a che cosa? Eppure siamo centrali in un’altra visione storica ed economica. Ecco, chi parla oggi di macro regioni lo fa in una logica che guarda ad una prospettiva di subordinazione delle regioni meridionali. E lo fa per compiacere i padroni politici che decidono delle loro carriere. In questa Europa le macro regioni sono un bluff. Meglio la separazione.