Quando la politica mette ‘le mani in pasta’

4 marzo 2014 | 12:19
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Quando la politica mette ‘le mani in pasta’

Prima del commissariamento, il Consorzio godeva di buona salute. Era ben capitalizzato e aveva un patrimonio in immobili quotato oltre 70 milioni di euro. Pare anche che a quel tempo vi fosse una gestione virtuosa e autonoma da certe consorterie politiche. Dopo il commissariamento pare che 

le cose abbiano preso, come vedremo, pieghe diverse. 

Perché un ente che funziona viene commissariato? In attesa di risposte ufficiali, facciamo una nostra maliziosa ipotesi. Forse perché il commissariamento avrebbe garantito finalmente intromissioni politiche nella gestione. Forse. 

Gli incarichi esterni. Nel 2010, l’allora Commissario Clara Giordano avrebbe saggiamente deciso che i dirigenti consortili sarebbero passati da tre a due; che il nuovo direttore sarebbe stato scelto tra il personale interno; che la direzione dei lavori in corso in capo al Consorzio sarebbero stati affidati a personale interno. (ing. Vizziello, direttore del Consorzio). Pare che, appena insediato il nuovo Commissario, in sostituzione della Giordano, un certo ingegnere Santarsia, avvii un’altra era. Santarsia revoca tutti gli incarichi a Viziello e attribuisce i compiti di quest’ultimo a professionisti esterni. E’ vero? E se è vero, con quali motivazioni?

Il direttore interno costa poco meglio uno esterno. Il nuovo Commissario adotta una delibera, sembrerebbe priva della firma dell’ufficio amministrativo e priva di copertura in bilancio, con la quale il Direttore interno nominato in precedenza, viene sostituito da un Direttore esterno, con costi in aumento di diverse decine di migliaia di euro. Per quale motivo? E perché il Commissario Santarsia porta gli uffici consortili da 5 a 11? Ed era proprio necessario creare ex novo l’Ufficio di Gabinetto?

I premi di produzione. Il nuovo direttore esterno, tale Panza proveniente dalla Corte dei Conti, elargisce immediatamente un premio di produzione uguale per tutti. Ma tale premio non era stato già riconosciuto dal vecchio direttore Vizziello il quale, però, aveva seguito criteri meritocratici? L’operazione premi di Panza sarebbe costata al Consorzio 60mila euro.

L’ufficio legale. E’ vero che nella riorganizzazione del personale viene costituito l’ufficio legale con l’assunzione di un avvocato portando a tre le figure professionali abilitate presenti nell’Ente? E’ vero che, nonostante questo incremento di personale, gli incarichi legali sono stati affidati quasi tutti all’esterno?

Lo Statuto. E’ vero che il Commissario ha tra i suoi compiti l’elaborazione del nuovo statuto dell’Ente? E che la nomina di Panza a direttore sarebbe stata anche giustificata per sostenere il Commissario in questo compito? Sembrerebbe, però, che l’incarico di elaborazione dello statuto sia stato affidata al professore Amorosino di Roma, con un aggravio di spesa di alcune decine di migliaia di euro. E’ vero?

Cambio del direttore, da esterno a esterno. Panza rientra nel suo lavoro alla Corte dei conti e Santarsia che fa? Nomina un nuovo direttore esterno, tale ingegnere Dichio, già dipendente del Comune di Scanzano Jonico. Viene sottoscritto un contratto parziale. Sembra che questa operazione, tra premi di produzione, incentivi alla progettazione, malattie, ferie e via cantando, sia costata all’Ente circa mille euro al giorno. E’ vero?

L’Ufficio stampa. Sembrerebbe che il Commissario e il nuovo direttore abbiano chiesto la collaborazione di un giornalista esterno generosamente retribuito, con la motivazione che all’interno del Consorzio non vi sono professionalità idonee. Sembra però che fino a quel momento l’Ufficio stampa fosse coperto da un dirigente interno iscritto all’Albo dei giornalisti dal 1980. E’ vero? Pare che altri 10 mila euro siano serviti per due giornalisti i quali avrebbero predisposto una “monografia del Consorzio”. E’ vero? Se si, vi pare un investimento necessario e strategico?

I cespiti di Tecnoparco. Sembra che il Commissario abbia attribuito al direttore “quale obiettivo da raggiungere per ottenere il premio di produzione”, l’incarico di riformulare il contratto di fitto dei cespiti con Tecnoparco. Sembrerebbe che il direttore “attesa l’assenza di specifiche competenze tra il personale interno all’Ente”, abbia a sua volta affidato l’incarico di procedere alla stima dei cespiti Tecnoparco all’ ingegnere Gianluigi De Mare di Salerno, con un costo di 23 mila euro oltre iva. E’ vero? Diteci che non è vero!