Pinocchio sarebbe più affidabile?

11 marzo 2014 | 09:25
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Pinocchio sarebbe più affidabile?

Abbiamo analizzato l’ultimo bilancio, con l’aiuto di una nostra fonte, esperta di contabilità pubblica. Il Comune di Potenza è uno degli enti sperimentatori della nuova contabilità armonizzata che entrerà in vigore dal 2015. Ciò da un lato rende difficoltoso un confronto dei dati con gli anni precedenti per un’analisi della tendenza, dall’altro è un sistema che ha reso evidenti alcuni criticità

 insite nel bilancio e che riguardano l’accumulo di tanti crediti e debiti pregressi. Sia i residui attivi (crediti non riscossi) che quelli passivi (debiti non pagati) ammontano al 31 dicembre 2012 a circa 202 milioni di euro, una cifra davvero rilevante. Nel 2013 è stata fatta una prima operazione di pagamento dei debiti pregressi, quindi ci sta che il dato possa essere migliore oggi. Il miglioramento dovrebbe ammontare a circa 27 milioni euro, che è la somma che il Comune di Potenza ha chiesto a Cassa Depositi e Prestiti nel 2013 per far fronte alla liquidità necessaria a pagare i debiti pregressi. Ma qual è la situazione sugli altri fronti di bilancio?

La mancata riscossione dei crediti e il buco di bilancio. I problemi collegati alla mole dei residui attivi, in particolare, vale a dire di crediti di anni precedenti non ancora riscossi, sono elemento di attenzione anche nella relazione dei revisori dei conti che, tra l’altro, ritengono non sufficiente l’importo del fondo svalutazione crediti. I revisori, infatti, evidenziano una scarsa capacità del Comune di riscuotere questi crediti pregressi. Nel 2013, ad esempio, il Comune è riuscito a riscuotere solo il 3,43% dei residui attivi rispetto al totale dei residui iscritti in bilancio. Perché? Chi sono i debitori del Comune “favoriti” da questa scarsa capacità di riscossione? Se i circa 200 milioni di crediti pregressi non vengono riscossi tutti, si possono generare grossi problemi per il pagamento dei debiti pregressi di 202 milioni che risulterebbero scoperti. Qui ci può essere il rischio di un buco di bilancio. O il buco del bilancio è già conclamato?

L’indebitamento e la spesa corrente. Al 31 dicembre 2012 il valore complessivo dell’indebitamento comunale ammonta ad oltre euro 115,8 milioni, che produce una rata per interessi passivi di 5,9 milioni nel 2013. La spesa per rimborso di prestiti del titolo IV è pari a euro 31.177.980,00 di cui:

– euro 27.267.542,00 per restituzione dell’anticipazione di liquidità alla cassa depositi e prestiti

– euro 3.601.895,00 per rimborso quota capitale prestito obbligazionario

– euro 2.594.259,00 per rimborso quota capitale mutui Cassa Depositi e Prestiti

– euro 1.316.179,00 per rimborso quota capitale mutui altri Istituti.

Come in tutti i bilanci dei comuni, la quota maggioritaria della spesa corrente finisce nella spesa di beni e servizi e poi, guardando meglio i conti, soprattutto nei servizi. Ma quali servizi offre il Comune ai cittadini? Su un totale di 56 milioni, quasi 30 milioni sono per contratti di servizio pubblico, cioè esternalizzazioni. Dalla relazione dei revisori risulta nel 2013 un aumento complessivo della spesa di beni e servizi di circa 6 milioni, di cui 2,4 milioni dovuti al fatto che la nuova contabilità richiede di  iscrivere i debiti scaduti verso le società partecipate. I revisori, su questo punto, suggeriscono di verificare che il costo dei servizi pubblici affidati sia congruo rispetto alle migliori condizioni di mercato. Chissà.

Le società partecipate. Abbiamo  la sensazione che il rapporto tra Comune e società partecipate vada approfondito perché ci sono delle criticità. Magari il  Comune risulta creditore di milioni di euro nei confronti delle società partecipate che non pagano i corrispettivi per i servizi gestiti. Una quota parte dei residui attivi non riscossi di cui sopra potrebbe dipendere anche dalle società partecipate.

Proveremo a verificare la situazione dei bilanci delle società partecipate. Dal 2015 se i comuni hanno società partecipate in perdita dovranno accantonare in bilancio delle somme proporzionali alle perdite e alla quota di partecipazione, fino a quando la società non avrà recuperato la perdita. Quindi si rischia di sottrarre ulteriori risorse ai cittadini. Le cose si mettono peggio.

La spesa in conto capitale. Il dato sulla spesa in conto capitale, cioè la spesa di investimento, sembra molto elevato, ma non facciamoci ingannare. Di quei 92,9 milioni circa 54 milioni sono soldi inseriti nel “Fondo Pluriennale Vincolato” nel quale sono congelate le risorse necessarie a pagare investimenti in anni successivi al 2013. E’ un nuovo meccanismo previsto dalla contabilità armonizzata. Abbiamo notato che in entrata arriva un contributo di circa 31 milioni per investimenti, 14 milioni dallo stato e gli altri 17 milioni dalla Regione. Bisognerebbe verificare se si tratta di un finanziamento per un ‘opera pubblica in particolare. Dal bilancio pluriennale si vede, comunque, la tendenza ad una riduzione della spesa per investimenti. Un altro elemento che conferma ulteriormente la difficoltà di liquidità del Comune  è la previsione per 3 anni consecutivi (2013, 2014 e 2015) di 100 milioni di anticipazioni di tesoreria. E’ il prestito a breve termine che la banca che gestisce la tesoreria comunale concede al Comune per far fronte a mancanza di soldi in cassa nel corso dell’anno. Detta anticipazione deve essere restituita entro l’anno stesso e genera ulteriore spesa corrente in relazione agli interessi passivi da dover pagare.

Nel bilancio si nota, e colpisce, che le anticipazioni sono il 36% delle entrate. Nella spesa compare la stessa somma in uscita. Sono 100 milioni che entrano ed escono ma non aggiungono valore alle attività del comune. Per quanto riguarda gli oneri di urbanizzazione e quindi le entrate connesse al rilascio di permessi a costruire (2 milioni), il Comune adotta la prassi, legittima, ma politicamente non opportuna, di destinare una parte degli oneri (1,4 milioni) alle spese correnti. Perché? Perché non destinare queste entrate alle spese di investimento? Forse perché la situazione corrente di cassa è sempre in emergenza.

Pinocchio sarebbe più affidabile. Insomma un bilancio quasi enigmatico, un Comune in affanno, forse sull’orlo del dissesto, ma ancora rappresentato con eccessiva arroganza da chi è responsabile di un percorso amministrativo colpevole incapace di riscuotere i crediti dai potenti e pronto a tartassare i poveri cristi che non possono pagare le bollette. Ma il fatto è che decenni di gestione scellerata hanno portato il Comune sull’orlo della bancarotta. Oggi tutti sono “sul chi va  là”, a destra e a sinistra, mettendo ipoteche sulle candidature, imponendo garanzie quasi assurde sul futuro della città. Come dire “mi candido a sindaco, ma qualcuno deve farsi carico del disastro finanziario del Comune”.  Chi? Magari ancora una volta i cittadini?