Petrolio, Pittella sembra Alice nel Paese delle Meraviglie

A Marsico Nuovo si inceppa “la rivoluzione democratica” di Pittella. Il governatore lucano, accompagnato dagli assessori Berlinguer e Liberali e da alcuni esponenti dell’Eni, abbandona la sala prima ancora che il dibattito cominci. La gente, assiepata nell’aula magna del Liceo Scientifico Peano, non vuole ascoltare quel che Regione ed Eni hanno da dire sull ‘oro nero’ e in particolare sul Pozzo Pergola 1. Il tempo delle chiacchiere è evidentemente finito. Della liturgia ‘tuttapostista’ della Regione la gente ne ha le scatole piene. E così il monologo con attori che recitano tutti la stessa parte non va in scena. “Andate via”, Siete dei venduti”, “Avete svenduto il territorio”. E poco importa se sono dieci o cento i contestatori. Ambientalisti, o grillini. E già perchè i mafiosi benpensanti che si annidano nelle marce retrovie della Basilicata vorrebbero fa passare anche questo messaggio: “roba da grillini o allarmisti”! Niente di più sbagliato in quanto i contestatori di Marsico rappresentano quelle teste pensanti che tanto disturbano chi vorrebbe continuare ad andare in giro a dispensare idee precotte per tenere a bada quelle fresche, genuine. Ma si sa c’è un tempo per tutto. E questo è quello per far valere il proprio dissenso. La gente presente a Marsico sapeva bene a cosa avrebbe assistito. L’incontro voluto dalla Regione Basilicata non prevedeva alcuna forma di contraddittorio. ‘Banditi’ da quel tavolo “allarmisti”, ambientalisti, e tutti coloro i quali da anni vanno sostenendo, e non in modo immaginifico, che il petrolio e la scellerata gestione che si è permessa in Basilicata, ‘qualche’ danno pur lo hanno fatto. E cosa fa il governatore “costretto” ad abbandonare l’aula? La vittima. Lo sfogo social di Pittella per non aver potuto parlare e ascoltare tutti fa ridere anche le mosche. Ora mi chiedo ma ci fa o ci è? Davvero il governatore lucano pensa di fare come Alice nel Paese delle meraviglie? Cosa si aspettava dopo che per vent’anni i cittadini della Val d’Agri hanno dovuto subire veleno, fiamme e ricatti in attesa che il Cane a sei zampe trasformasse la valle in un Eldorado in cui far crescere i figli e invecchiare in serenità? Cosa si aspettava dopo che la Regione Basilicata, non ha mosso un dito per attivare il registro tumori e fare in modo che un serio monitoraggio sul territorio sgombrasse o meno il campo dall’amaro dubbio che il petrolio sta avvelenando l’aria che si respira? Cosa si aspettava dopo che per 15 anni il Centro di Monitoraggio ambientale è rimasto chiuso nei cassetti della Regione Basilicata? Cosa si aspettava dopo che la gente ha dovuto smettere di lavorare la terra perchè oramai dava solo frutti marci? E cosa si aspettava dopo che il sogno dell’Eldorado, il cane a sei zampe se l’è fagocitato avidamente? Ecco perchè il tempo del ‘tuttaposto’ è in scandenza. E’ questione di tempo. Quest’ultimo si sa è galantuomo. E questa terra ha bisogno di galantuomini non di ‘baciamolemani’, nè tantomeno di condottieri fake.