La rivoluzione è possibile dentro le persone, dentro le istituzioni
Ci sono quelli che “l’ambientalismo sono io”. Ci sono quelli che “la protesta sono io”. Ci sono quelli che “la salute mentale è roba mia”Ci sono quelli che “la politica la so fare io”. Quelli, sono quelli il problema della Basilicata. Ci sono quelli che “l’antimafia sono io”. E’ una rincorsa alla primogenitura sulle disgrazie. Fa pena questa Italia dell’esclusivismo individualista alla don Cozzi, alla don Ciotti. Fa pena questa Italia senza vertebre, senza rivoluzione nel sangue. Fanno pena le donne del Pd che in nome dell’unità del partito rinunciano alla corsa alla segreteria. La parità di genere è una loro prerogativa, sono pari, molto pari alla cultura maschilista della gestione del Potere. Brave, siete brave, grazie a voi la parità è una realtà. Le donne sanno cedere, i maschi sanno approfittare. Ci sono quelli che “la competenza è mia”, magari sulla carta. Ci sono quelli che “devo pensare alla mia famiglia”, imbecilli. E poi ci sono quelli “che io devo capire”, e non capiscono mai un cazzo. Ci sono quelli che “se ci guadagno qualcosa, si può fare”. E poi ci sono quelli incapaci di amare, di comprendere gli altri, incapaci di mettersi in discussione e di rischiare per il bene collettivo. Ci sono quelli che “vorrei, ma non posso”, e ci sono quelli che “potrei, ma non voglio”. Ci sono quelli che “capisco più io del medico”, e poi muoiono per una banale infezione. Ci sono quelli che credono di amare, invece sono la peggiore specie al servizio dell’odio. Sono deluso da queste persone, da quelli che fanno ciò che non dicono e dicono ciò che non fanno. La vita è fatta di tutto, ma non tutta la vita “è fatta”. Occorrono moti di ribellione che aprano la strada ad una vera rivoluzione. Dentro le persone, dentro le istituzioni. Ma gli impostori, gli stronzi e le stronze, le incapaci e gli incapaci devono essere ai margini della terra, in fondo al mare se possibile. Tutti i Comitati, le Associazioni, i Gruppi impegnati sulle vertenze devono parlarsi e organizzarsi per costruire un fronte comune con lo scopo di far crollare l’impero dei fannulloni e dei millantatori.