Guerra di nervi sull’asse Potenza- Viggiano per la scelta del sindaco

12 marzo 2014 | 16:37
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Guerra di nervi sull’asse Potenza- Viggiano per la scelta del sindaco

È ghiaccio bollente! È guerra di nervi sull’asse Viggiano-Potenza per la scelta del prossimo candidato Sindaco e della sua Giunta. Nessuno si sente più al sicuro, le certezze che aleggiavano sino a qualche settimana fa, nel centro valligiano, si sono liquefatte come un gelato all’equatore. Tutto ciò che viene sussurrato nella segretezza del confessionile di un circolo, nell’intimità di una stanza, il giorno dopo non trova più conferme e si riapre il filo diretto per ricercare l’uomo giusto, o meglio, l’uomo del Presidente. Esistono punti fermi da cui ripartire per riprendere le ricerche: Petrolio, Eni e Populismo. Il candidato che, secondo i desiderata presidenziali, riuscirà a coniugare al meglio l’ambiguo trinomio, riceverà l’investitura a Sindaco della Val d’Agri. Tic tac, passa il tempo, si accumulano curricula di papabili sulla scrivania del Presidente, ma nessuno convince pienamente il mattatore delle primarie e c’è chi giura che la sorpresa è nel cassetto con un nome che blinderebbe la posizione dei Pittella nella valle del petrolio. Il popolo della “rivoluzione democratica” è allertato: presenziare a tutte le riunioni, occupare le varie posizioni decisionali, rappresenta il viatico utile ed indispensabile per piazzare il “ventriloquo del Presidente” nel comune dei petrolieri. Popolare le sedi strategiche vacanti per non sguarnire il fortino della Regione, questo sembra essere il piano di invasione regionale del generale lauriota, per far digerire al territorio l’aumento di produzione dell’indotto ENI e generare quelle ricchezze utili a far uscire la Basilicata dalle macerie di una economia ancora troppo assistenzialistica e determinare un’inversione di rotta con la precedente amministrazione regionale anche nel lagonegrese e materano. E se ad indorare la pillola è un uomo, o meglio una coalizione, indicata dal presidente, il piano non subisce rallentamenti o complicazioni di sorta. A generare ulteriore confusione e fibrillazione sociale è lo sbarco, in missione segreta a Viggiano, di “consiglieri mal consigliati” che intavolano trattative a convenienza per dare certezze, spazzare i residui dubbi e proporre incarichi ai diversi attori di un accordo che sta assumendo sempre più i contorni di una farsa imbarazzante per grandi e piccini. Ma l’affaire petrolio è problema anche e soprattutto di un territorio che poco gradisce le ingerenze esterne; ed allora ecco varie cordate che si contrappongono, almeno per il momento, alle forzate indicazioni di via Anzio, tentando di imbastire una massa critica a ciò che sembra essere un diktat da recepire e digerire. Si spiega così il pullulare di dissidenti e maldipancisti che abitano la piazza e chiedono chiarezza istituzionale e politica sui programmi da adottare, per salvaguardare un’idea di sviluppo e di salvaguardia ambientale. Ma spesso l’opposizione è immobilizzata da gas nervini, rappresentati da un clientelismo dilagante, che paralizzano lo spirito di iniziativa di chi crede ancora che sostenere lealmente un territorio vuol significare renderlo immune dai virus del populismo furente che creano mostri o fantocci sempre pronti al salto della quaglia. Presidente, giù la maschera, Carnevale è finito!

Gerardo Gravina