Fenice, l’assessore Berlinguer si informi meglio

7 marzo 2014 | 18:07
Share0
Fenice, l’assessore Berlinguer si informi meglio

All’Assessore regionale all’Ambiente e Territorio, Aldo Berlinguer, che ha incontrato una delegazione del Comitato “Diritto alla Salute” sulle questioni legate all’inceneritore Fenice-Edf di Melfi, rivolgo l’invito di leggere la Relazione conclusiva della Commissione d’Inchiesta su Fenice, disponibile sul sito internet del Consiglio regionale, ed oggetto di un’approfondita discussione nelle sedute consiliari del 26 e 27 marzo 2013. È quanto afferma in una nota inviata alla stampa Vito Di Lascio – Dirigente regionale di Forza Italia. Sono state riconosciute le responsabilità ricadenti principalmente in capo ad Arpab e Regione circa la trattazione dei dati del monitoraggio dell’impianto Fenice; gli enti preposti al controllo (Regione, Arpab e Provincia di Potenza) hanno operato con poca trasparenza e in maniera non sempre corretta; la Giunta regionale non ha regolarmente e diligentemente espletato i compiti di vigilanza posti a suo carico. Tali argomentazioni conclusive (contenute nella relazione) hanno indotto il Consiglio regionale ad approvare una mozione (primo firmatario l’allora capogruppo del Partito Democratico, Luca Braia) – Delibera consiliare n. 427/2013 – che ha impegnato la Giunta regionale ad operare in una precisa direzione. Nel chiedere all’Assessore di approfondire il testo della mozione, faccio osservare che, a distanza di un anno dalla sua approvazione, la Regione non ha fatto nulla! Sulle questioni ambientali – afferma l’esponente di Forza Italia – occorre un reale e incisivo “cambio di passo”: mai più compiacenze verso il sistema delle imprese, riscrittura delle regole e dei rapporti tra politica e burocrazia, maggiore trasparenza nelle procedure ed efficienza nel sistema dei controlli. Il tempo delle “chiacchiere” o degli annunci è finito. L’Assessore – conclude la nota – lavori per dare risposte concrete a questa e alle altre emergenze ambientali che feriscono la dignità dei lucani e minacciano il mantenimento delle ottimali condizioni ambientali e la tutela della salute dei cittadini della Basilicata.