Colobraro, la discarica va messa in sicurezza non ampliata

31 marzo 2014 | 20:04
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Colobraro, la discarica va messa in sicurezza non ampliata

Nei giorni scorsi, sui giornali è apparso il comunicato stampa del segretario provinciale dell’Ugl, Luigi D’Amico, nel quale si chiedeva l’immediata riapertura della discarica di Colobraro, per difendere i posti di lavoro di 9 operai oggi disoccupati. MuoviAmo Tursi, costituente associazione politica, replica ai sindacalisti.

“La presente nota – afferma Mario Cuccarese, Portavoce di MuoviAmo Tursi – vuole replicare all’Ugl, smentendo i numerosi luoghi comuni che i sindacalisti seminano ad arte, diffondendo disinformazione tra i cittadini. MuoviAmo Tursi ha già dimostrato con un comunicato stampa uscito alcuni mesi fa, che la discarica di Colobraro ha distrutto ricchezza e posti di lavoro a causa dell’inquinamento gravissimo di terreni e falde acquifere. Sono stati stimati 20 posti di lavoro in meno nel settore dell’agricoltura, a cui bisogna aggiungere altre unità nel settore del turismo. 20 operai hanno perso il lavoro per garantire 9 posti di lavoro in discarica, a dimostrazione che questi impianti sono una scelta antieconomica e fallimentare.

Ci meravigliamo e rammarichiamo del fatto che l’Ugl si sforzi così ardentemente di tutelare un ecomostro, tanto da chiederne l’ampliamento. Dov’era l’Ugl quando nei mesi precedenti alle tornate elettorali l’impianto in contrada Monticelli accoglieva fino a 35 lavoratori, contro i 9 operai necessari? Dov’era l’Ugl quando si verificavano le perdite e gli sversamenti di percolato? Dov’era l’Ugl quando gli operai lavoravano al freddo nel capannone (dato che manca una parate perimetrale) o quando gli stessi lavoratori respiravano le polveri dei rifiuti, dato che mancava (e manca tutt’ora) un impianto di areazione nel centro di Colobraro?

Vogliamo ricordare all’Ugl, – continua Cuccarese – ma soprattutto ai lettori-contribuenti, che le discariche non sono il miglior modo di smaltimento dei rifiuti. Ad oggi i soli Comuni del Basso Sinni spendono milioni di euro ogni anno per seppellire i rifiuti in discarica quando invece una gestione oculata, pubblica, comprensoriale, porterebbe ad una spesa di appena 160 mila euro all’anno. I Comuni possono ridurre la spesa per lo smaltimento e il trasporto semplicemente riducendo il volume dei rifiuti da destinare in discarica, realizzando una seria raccolta differenziata. Così facendo, non ci sarà nessun aggravio per le casse comunali e tanto meno per i cittadini, che invece godranno di riduzioni nelle tariffe e di un territorio più pulito. I Comuni devono investire risorse nella raccolta differenziata, nella creazione di centri di differenziazione, di compostaggio e di riutilizzo a freddo della plastica e non nelle discariche, come chiede l’Ugl. Così facendo non solo si garantiranno posti di lavoro per i 9 operai che lavoravano in discarica, ma si creeranno decine e decine di posti di lavoro in un ciclo dei rifiuti virtuoso ed ecosostenibile.

Ancora rammentiamo all’Ugl che i rifiuti creano posti di lavoro e ricchezza, ma il riciclo e il riutilizzo del prodotto differenziato garantisce molti più posti di lavoro di una discarica. Se l’Ugl non capisce un così semplice ragionamento, ce ne dispiace.

Se davvero l’Ugl tiene alla salute del territorio e dei lavoratori, perché non accompagna i 9 operai in mobilità presso le aziende agricole in contrada Finata, vicino la discarica? Sono sicuro che gli agricoltori saranno ben lieti di aiutarli offrendo loro una valida alternativa occupazionale, purché si metta la parola fine allo smaltimento dei rifiuti in quell’ecomostro.

MuoviAmo Tursi, ha raccolto nelle scorse settimane più di 400 firme di cittadini di Tursi che chiedono a gran voce la messa in sicurezza della discarica e la sua definitiva chiusura, senza più ampliamenti. I cittadini hanno capito che non c’è bisogno di discariche se non si producono rifiuti indifferenziati. Inoltre, gli stessi firmatari –  conclude Cuccarese – sono a favore della proposta di MuoviAmo Tursi, per una gestione pubblica comprensoriale dei ciclo dei rifiuti nell’area del Basso Sinni, con la costruzione di un centro di compostaggio, di un centro di smistamento dei rifiuti differenziati e di un impianto di riciclo a freddo della plastica riciclata.”