Pulcinella premier

17 febbraio 2014 | 10:03
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Pulcinella premier

L’arte dell’arrangiarsi è arte tipicamente italiana. Il popolo degli italiani si arrangia infatti fra centomila leggi, molte incomprensibili, qualcuna ingiusta, mille tasse, ivi comprese le dovute mazzette, mille illegalità, perché la vita in Italia è una giungla con mille insidie, dove non sei certo di niente, neanche del tuo sapere e della tua onestà, che, in linea di massima, sono davvero poco quotati. Ma ad arrangiarsi sono finanche i governanti. Questi si improvvisano ogni due o tre stagioni, e a loro volta, improvvisano le squadre di governo, andando a caccia di quelle che alla fine chiamano eccellenze, ma che sono il frutto di amicizie, conoscenze, raccomandazioni. Basta guardare Renzi e la sua chiamata a raccolta dei ministri. Non ha le idee chiare, chè, altrimenti, la squadra l’avrebbe già fatta; improvvisa, senza conoscere la musica, però. Un jazzista, conosciuto il copione, si inventa una svisata, un giro particolare, una nota in più o una in meno, accelera, rallenta, secondo quello che il fido estro gli suggerisce. Un politico no. A parlare dal pulpito è facile, soprattutto se si deve dir male degli altri. L’arte della demolizione è infatti la seconda arte italiana. Ora, invece, Renzi, sceso dal pulpito, arranca, chiama tizio e caio, anche se tizio non ci azzecca nulla, e Caio ha altro per la testa. Promuove i suoi fidi, accoglie le richieste degli avversari o sodali, che dir si voglia, magari un nome lo dà pure Napolitano, uno la Banca d’Italia, e il minestrone è pronto. E, infine, udite udite, prepara il programma. Sì perché la cosa più bella è che ancora non ce l’ha, ma è già stato indicato premier. Letta ne aveva appena fatto uno, ma pare non valesse un fico secco (copia e incolla?) Renzi lo sta preparando. O meglio glielo stanno preparando mentre lui va alla partita, al golf, all’aperitivo, da Napolitano, in TV, alla Ruota della Fortuna, a giocare a bocce, a fare un giro in bici, a far carte in direzione. E quindi l’approssimazione viene confermata la prima virtù. La prima virtù della prima arte. L’Italia si conferma il paese di Pulcinella, il vero e unico personaggio autentico, rappresentazione fedele delle virtù e delle arti fondamentali del belpaese. E ora gustiamoci la nuova sfilata di nomi, ministri, e sottosegretari.