Potenza: violenze quotidiane offresi

5 febbraio 2014 | 16:46
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Potenza: violenze quotidiane offresi

Da qualche mese è cominciata l’ascesa inarrestabile di un altro degli innumerevoli palazzacci che continuano implacabili ad affogare questa città, ormai consunta di cemento e inquinamento. Ci riferiamo all’edificio in fase di ultimazione lungo la via Appia, nella scarpata boscata di fronte al Ristorante Zi Mingo. Qui siamo ormai ai margini della città, dove, secondo ragione, l’abitato dovrebbe degradare in piccole case sparse e poi lasciare il posto alla campagna. L’edificio, che nel progetto originario (come da disegno esposto sul cartello di cantiere) avrebbe dovuto limitarsi a 6 piani e un ulteriore piano mansardato (una volumetria già di per sé abnorme e irragionevole in questa zona), appare oggi ergersi su dieci piani. La presenza opprimente e devastante che questo ennesimo mostro incute sul già massacrato quartiere sottostante di Macchia Romana, simbolo della vergogna delle classi politiche e dirigenti che si sono avvicendate al governo di Potenza, è una violenza quotidiana, per chi abita in quelle vicinanze; tale violenza è cominciata con un ben noto incendio innescato in una calda giornata estiva di due anni fa, guarda caso quando si stava procedendo a sbancamenti, tombamento di un ruscello e “diradamento dei pioppi e della vegetazione ingombrante e di fastidio” al procedere dei lavori. A tutto ciò si è aggiunto, dunque, un incremento volumetrico di due piani che, al principio, avevamo attribuito a una delle consuete deroghe, delle infinite deroghe, varianti e/o aggiustamenti cartacei, che in questi cinquant’anni hanno rappresentato la norma di costruzione ed espansione criminale di questa città. Ma avevamo dimenticato il Regolamento Urbanistico approvato nel 2009 dall’Amministrazione Comunale di Potenza, su progetto del grande Campos Venuti, con la collaborazione tecnica di qualche urbanista locale dell’INU e di altri giovani architetti locali (quasi tutti legati al partito e ai politici dominanti). E avevamo dimenticato che, tra le tante e intricate norme tecniche e di perequazione, ne è stata inserita una particolarmente illuminante: un incremento volumetrico fino al 30% per quegli edifici che introducano tecnologie innovative volte al risparmio energetico e all’uso di energie rinnovabili … Abbiamo compreso, ancora una volta, che è importante non dimenticare, e in questo caso è importante non dimenticare tutto il complesso lavoro svolto, a titolo gratuito e disinteressato, da alcuni professionisti e associazioni cittadine, che hanno elaborato ben 22 osservazioni a un Regolamento Urbanistico (di fatto un Piano regolatore travestito, e che piano!) che stava decretando, se ancora ce ne fosse stato bisogno dopo decenni di devastazione, la completa distruzione di questa città: in quello che ancora rimaneva delle sue dimensioni qualitative, culturali, esistenziali. Quell’impegno civile e democratico di opposizione appassionata e partecipata a un ennesimo colpo di mano della nuova massoneria, che possiede questa città dai tempi di Emilio Colombo – uno dei più autorevoli e illustri fautori dello scempio urbanistico, ambientale, sociale e culturale di questa nostra terra – ha rappresentato una speranza, in quei mesi di acceso dibattito e di coraggiosa contrapposizione, attentamente supportati anche su un piano tecnico e culturale, per tanti cittadini oppressi: una speranza che sia possibile cambiare il corso delle cose, una speranza che sia possibile non subire violenze e torti in silenzio e contrastare da esseri liberi strutture di potere e di affari apparentemente intoccabili. Alla fine abbiamo perduto: dopo una serie di dibattiti pubblici e di accese sedute con la Commissione Consiliare competente alla valutazione del regolamento e delle osservazioni, pur essendo evidente a tutti che si stava approvando un piano indecente e irresponsabile, finalizzato solo al profitto e agli affari di alcune famiglie e imprese, e al consolidamento del potere di chi governava; le ragioni militari di parte e i sentimenti di appartenenza e obbedienza hanno prevalso ancora una volta. Gli effetti sono oggi sotto gli occhi di tutti: dal palazzaccio con gli archi di cui abbiamo raccontato a tutti gli altri palazzacci che stanno sorgendo da Macchia Romana a Malvaccaro, dal Cocuzzo al Gallitello, senza alcun criterio e senza alcun senso, se ancora riusciamo a trovare un barlume di senso nella responsabilità, nella ragionevolezza e nell’etica che dovrebbero contraddistinguere chi governa e chi progetta l’evoluzione di un territorio. Ci appelliamo allora a tutti quei cittadini che sentono, ogni giorno, questa violenza su di sé: quando si sentono reclusi in palazzacci di quartieri dormitorio, quando non trovano un marciapiedi, tanto meno un viale alberato per camminare o correre senz’auto e per respirare; quando invece respirano l’aria avvelenata dai fumi della Ferriera, che concede lavoro, meccanico e disumano, in cambio della vita, o respirano i gas di scarico di migliaia di automobili, che pare essere in una metropoli piuttosto che in una piccola cittadina di montagna; quando sono costretti a pagare un’esosa e indifferenziata tassa per i rifiuti, a fronte di una raccolta differenziata inesistente e di una sciagurata politica sui rifiuti, che risolve il tutto con discariche e inceneritori, lasciando che la città continui a essere barbaramente cosparsa ovunque di rifiuti; quando infine oltre al cemento di caserme dormitorio devono subire il cemento ancora più insensato e criminale dei quartieri e delle caserme centri- commerciali, dove si concentra, in un progetto folle, il rito del consumo inutile e nocivo; un consumo che va al di là di quello materiale, che si estende fino alle speranze, ai desideri, alla privazione di libera autodeterminazione dei propri bisogni: tutto ciò a danno delle piccole botteghe e dei piccoli produttori locali, affogati e ingoiati dalle grandi catene multinazionali di prodotti industriali. Ci rivolgiamo allora a tutti i cittadini che non sono più disposti a subire tutto ciò, quel processo violento e autoritario di industrializzazione dei bisogni e dei valori, che sta minando la nostra libertà di azione, di pensiero e di esistenza; a quei cittadini che sono disposti anche a intraprendere, se necessario e possibile, azioni giudiziarie contro chi è parte in causa di queste continue e molteplici violenze quotidiane, che arrecano un danno incalcolabile al nostro benessere psico-fisico e alle nostre capacità e possibilità di futuro. Per fare questo ritengo sia necessario ricostruire insieme la storia di questa città, una storia fatta di responsabilità, di complicità, di illegalità, di malaffare e di autoritarismo feudale e, al contempo, reclamare un’altra città, basata su strutture di pensiero, di cultura e di valori altri, che siano chiaramente antagonisti a un pensiero dominante, volto al potere, al profitto e alla distruzione delle culture, dell’ambiente e della dignità e socialità umane. Dunque ci appelliamo a tutti i cittadini liberi e consapevoli della propria volontà di esistere e di auto-determinare il proprio futuro, di condividere questa lettera e : – chiedere conto del proprio operato alla classe politica e dirigente che governa la città – intraprendere eventuali e possibili azioni giuridiche contro situazioni lesive dei propri diritti di autodeterminazione, libertà, benessere – pretendere impegni precisi e dichiarazioni vincolanti di volontà a qualunque gruppo politico o civico intenda candidarsi alle prossime elezioni amministrative.

Movimento Potenzattiva