Noi speriamo che ce la caviamo

20 febbraio 2014 | 10:40
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Noi speriamo che ce la caviamo

Quando si andava a scuola dovevamo svolgere i compiti a casa. Poi fare i compiti è diventato sinonimo di acritico svolgimento di un incarico ordinario. Un impiegato che non aggiunge nulla di suo, in termini di applicazione, inventiva, garbo, passione, ecco, questi svolge i compitini come una volta. E’ da sei, se gli va bene, ma più spesso da cinque. Ecco, Renzi e Grillo ho l’impressione che abbiano svolto i compiti a casa durante consultazioni. Ognuno con la sua bella parte, tradendo ogni attesa di una novità, incollati uno alla propria poesiola (Renzi) che con Grillo non attaccava, l’altro (Grillo) più preoccupato di non dimenticare niente di quello che (mal)pensa di Renzi e di quello che questi rappresenta. Quanto siano state complici le telecamere non è dato sapere, ma quella di ieri era una messa in scena per i telespettatori, non altro. Del resto quello che pensano, l’uno quanto l’altro, l’Italia più o meno lo sa; è quello che potrebbero fare per l’Italia che nessuno può sapere. Sarebbe molto più interessante mandare in onda le consultazioni Napolitano-Renzi, o De Benedetti-Renzi, o un bel discorso privato fra Grillo e Casaleggio, o fra Berluscono e Renzi, o fra Alfano e Renzi. Ma questi incontri non verranno mai offerti in pasto all’opinione pubblica. E quindi ciccia. Comunque Renzi neanche è premier e già attua la spending rewvattelapesca, e sapete come? Evitando le elezioni. Magico. Salutiamo il nuovo Messia, tal Renzo Renzi da Firenzi, auguriamogli ogni bene, tanti figli e prosperità. Noi, speriamo che ce la caviamo.