Nel presunto programma di Pittella le caprette fanno ciao
Se chi governa la Basilicata capisse che ci sono tre emergenze sulle quali agire con decisione e competenza, avremmo evitato di ascoltare trentasette pagine di relazione per poi porre una domanda necessaria: Quindi?Presidente Pittella, ci può dire in poche righe che cosa vuole fare? Tra vecchi e superati concetti sociologici ed esplosioni retoriche anglosassoni, Marcello ci racconta di una Basilicata al disastro. E questo lo sapevamo. Così come sappiamo che egli ha dato un notevole contributo alla tragedia. Insieme con alcuni Consiglieri regionali che oggi sembrano cascati dalla luna e ci danno lezioni di programmazione. Ma il presidente ci racconta anche di una Basilicata futura, dove i monti sorridono e le caprette fanno ciao. Grazie all’Eni, alla Total e alle loro consorelle. Che ci porteranno nella green economy ed energy, nella bioplastica, nel biotutto. Così potremo resuscitare vecchi carrozzoni quali Agrobios e i Consorzi industriali. Saremo la silicon valley del sud grazie alle eccellenze quali l’Università, Enea, Basilicata Innovazione e via dicendo. Il presidente si è comportato come un generale che raccomanda alle sue truppe di vincere la guerra, senza fornire strategie, mezzi, progetti. Il suo presunto programma è sintetizzabile nelle affermazioni “io desidero”, “io vorrei”, naturalmente entro i prossimi venti anni. Nell’attesa saremo tutti morti. Ci dica, caro Pittella, che cosa intende fare per: a) rilanciare immediatamente la domanda interna e quindi i consumi; b) rianimare immediatamente i circuiti di produzione della fiducia; c) creare le condizioni per lo sviluppo, nel breve periodo, di tutti i settori ad alta intensità di lavoro e bassa intensità di capitale. Queste sono le cose che lei dovrebbe fare nei prossimi cento giorni. Naturalmente se le vuole fare e, soprattutto, se le sa fare.