Il Wwf chiede alla Regione Basilicata di non autorizzare il pozzo Pergola 1

13 febbraio 2014 | 18:08
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Il Wwf chiede alla Regione Basilicata di non autorizzare il pozzo Pergola 1

Il Wwf ha presentato le proprie osservazioni al progetto della messa in produzione del Pozzo Pergola 1 nel Comune di Marsico Nuovo, chiedendo all’ufficio compatibilità Ambientale della Regione Basilicata di non autorizzare il progetto. Lo Studio di impatto ambientale e la Valutazione di incidenza, presentata dall’Eni in quanto il pozzo e le relative condotte di collegamento sono limitrofe a due aree della Rete natura 2000 (Serra di Calvello e Appennino Lucano- Monte Volturino), sono infatti carenti e non considerano in maniera esaustiva gli impatti delle opere sui delicati sistemi ambientali su cui ricadono. Le conclusioni a cui giunge l’Eni nei documenti, ovverosia che le opere non hanno impatti significativi sull’ambiente, infatti non sono sufficientemente suffragate da dati scientifici e pertanto non sono assolutamente in grado di escludere eventuali danni non solo all’ambiente, ma anche alla salute dei cittadini. In particolare l’area interessata dal progetto è interessata da corpi idrici superficiali e da importantissime falde acquifere che se danneggiate da infiltrazioni di idrocarburi provocherebbero danni enormi non solo in Basilicata ma anche in Campania in quanto il pozzo è ubicato nel bacino idrografico del fiume Sele, le cui acque sono fondamentali per gli usi potabili e irrigui. Ebbene di tutto questo poco si parla negli studi dell’Eni in cui poi non si valuta per nulla il rischio di incidenti, che pure accadono spesso nell’industria petrolifera a seguito di errori umani o di eventi naturali quali alluvioni o terremoti da cui l’area non è certo esente. Inoltre parte delle opere previste ricadono in area IBA, area protetta da norme internazionali per la protezione degli uccelli, ed è quindi sottoposto a rigorosa tutela dell’art. 4 paragrafo 4 della Direttiva 147/2009/CE. Pertanto, a stretto rigore di norme vigenti, ed in particolare comunitarie, il tratto previsto in IBA non è assolutamente realizzabile come hanno attestato anche diverse sentenze della Corte di Giustizia Europea. Per queste ragioni il Wwf chiede alla Regione Basilicata di non autorizzare la messa in produzione del pozzo e all’Eni, nella prosecuzione della propria attività estrattiva in Val d’Agri, di adoperare veramente tutte le misure idonee a non pregiudicare la qualità ambientale dei luoghi e quindi la sicurezza dei cittadini della Val d’Agri come più volte ha dichiarato.

Vito Mazzilli, Presidente WWF Basilicata