Dispersione scolastica, un brutto pasticcio

11 febbraio 2014 | 11:01
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Dispersione scolastica, un brutto pasticcio

“Destinare meno di 140mila euro alla Basilicata contro la dispersione scolastica e oltre 2 milioni 200 mila euro alla Lombardia non è solo un pasticcio che non si spiega certo con la percentuale di dispersione (da noi pari al 13,8% contro il 15,3% della Lombardia) e tanto meno con il numero complessivo della popolazione scolastica da noi decisamente inferiore”. A sostenerlo è il dirigente regionale dell’Asrl (Associazione Socialisti Riformisti Lucani) Antonio Annale parlando di “armi spuntate” contro un fenomeno, quello dei ragazzi di 18-24 anni con al più la licenza media che non frequentano altri corsi scolastici o attività formative superiori ai due anni, che – aggiunge – in Basilicata, come in tutto il Sud, solo in parte è monitorabile con dati statistici. Non si sottovaluti che proprio alle regioni del mezzogiorno, dove abbandoni scolastici e bocciature sono un fenomeno storico e le competenze in lettura e matematica sono tra le più scarse d’Europa, è destinata la fetta minore dei 15milioni ripartiti dal Ministero all’Istruzione. Il nobile obiettivo di realizzare una progettazione partecipata, anche in raccordo con il territorio e le famiglie, attraverso la predisposizione di percorsi personalizzati, incentrati sui bisogni e le potenzialità di ogni alunno, con particolare attenzione ai bisogni degli studenti di recente immigrazione e a quelli di seconda generazione, si infrange contro il muro della burocrazia ministeriale. Assume perciò ancora maggiore significato – dice il dirigente dell’ASRL – la proposta contenuta nella relazione programmatica del Presidente Pittella sintetizzabile in una società della conoscenza e delle competenze che richiede ciò che sinora è sempre mancato, ovvero un approccio integrato e sistemico che leghi insieme la scuola, la formazione, l’orientamento professionale, le vocazioni produttive e dunque la domanda di lavoro delle imprese. Tutto ciò sarà possibile – continua – facendo ricorso al nuovo FSE 2014-2020 per raggiungere il traguardo che l’Ue ci impone di scendere per la dispersione scolastica sotto quota 10%. Le azioni di messa a sistema dovranno passare per il tramite di una riorganizzazione completa del sistema regionale della formazione professionale, avvicinandolo alla domanda di lavoro delle imprese. Per questo è ancor più innovativa la strategia di Pittella sulla centralità delle “transizioni” (dalla scuola al lavoro, dal lavoro precario al lavoro più stabile, dall’apprendimento locale alle opportunità fuori regione, al relativo rientro strutturato) come luogo di intervento del FSE”.