Quelli che ci considerano scolaretti capricciosi

29 gennaio 2014 | 11:45
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Quelli che ci considerano scolaretti capricciosi

Chicco Testa, in un intervento apparso sul Quotidiano della Basilicata di oggi 29 gennaio, dice delle “cose semplici” a proposito di petrolio lucano. Molto semplici. Sembrano dette apposta per evitare discussioni più complesse (non complicate) e più ragionevoli. 

Il suo semplicismo è francamente disarmante. Ispirato alle solite banalità di chi ritiene i cittadini alla stregua di scolaretti capricciosi e ignoranti. Le tesi del sapientone Chicco partono dalla presunzione che il petrolio è “una risorsa fondamentale del nostro mondo, di tutto il mondo”.  E aggiunge: “Chi ce l’ha lo considera una benedizione per la sua economia. Da noi pare di no.” Quindi, scrive Testa, “la Basilicata ha la fortuna di avere nel suo territorio importanti giacimenti di petrolio. Che ha portato, porta e può ancor di più portare lavoro, tecnologia, specializzazione, royalties notevoli e benefici di varia natura.” Il grande esperto Chicco ci informa, inoltre, che “il territorio occupato dalle strutture petrolifere è complessivamente pari allo 0,008% del territorio regionale.” Il dato fa riferimento ad un solo tipo di impianti. Quindi è falso, anche se funzionale al suo semplice ragionamento. Il sapientone conclude con altre banalità: Fossi un cittadino lucano mi concentrerei seriamente sull’impiego di queste risorse finanziarie. Sono state per esempio ridotte le tasse regionali, provinciali, comunali? Sono stati fatti investimenti veramente utili? Sono stati creati posti di lavoro? Oppure sono finite nel calderone della spesa pubblica ?(…)La Basilicata ha un’occasione storica per modernizzare il suo territorio e rompere l’isolamento. Ne saprà approfittare? Questa, e non altre, mi sembra la domanda centrale. Da povero scolaretto so che la terra, l’acqua, l’aria, il sole, il mare e il cielo sono le risorse fondamentali del nostro mondo, di tutto il mondo. Da scolaretto penso che Chicco Testa menta sapendo di mentire quando dice che il petrolio porta e può ancora di più portare sviluppo. L’esperienza di questi trenta anni ci dice il contrario. Niente sviluppo, forse anche perché (e qui ha ragione Testa, ma lo sapevamo) le risorse sono state impiegate male. Ma quelle risorse, caro Chicco, sono briciole di fronte ai miliardi di euro piovuti dall’Unione Europea in Basilicata. L’amarezza sta nel fatto che quei soldi (europei) hanno inquinato il clima sociale, politico ed economico, attraverso un loro utilizzo stupido e clientelare, portando la Basilicata a livelli allarmanti di povertà. Le cosiddette risorse del petrolio, diversamente, derivano da decenni di distruzione del territorio e dell’ambiente. Lei, Testa, parla di occasione storica. Certo un’occasione molto antica che aspetterebbe chissà chi, chissà cosa. Gli unici a sfruttare la chance sono stati e sono i petrolieri. Predatori in questa terra. La dicotomia che lei pone, “petrolio si petrolio no”, rappresenta una falsa questione. Il problema principale è, semmai il petrolio fosse compatibile con l’ambiente e il territorio, “estrazioni dove e come”. E’ questo il vero nodo. Lo sciolga lei con la sua semplicità. E mentre si accinge a studiare la faccenda, venga ad abitare in Basilicata, magari in un appartamentino a due passi dal Centro Oli di Viggiano.