Pittella e la retorica del “petrolio come opportunità”

21 gennaio 2014 | 18:36
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Pittella e la retorica del “petrolio come opportunità”

Ascoltare le parole del governatore lucano Pittella sul “petrolio come opportunità da sfruttare al meglio”, pronunciate stamani nel corso dell’incontro coi sindaci della Val d’Agri, mette in mostra un ‘nuovo’ copione ancora più inutile e grottesco di quello precedente. Il neoassessore regionale all’Ambiente (Aldo Belinguer) parla senese e recita un po’ il ruolo dello straniero che deve apprendere la lingua. I sindaci della Val d’Agri continuano a chiedere (non si capisce a chi) tutte le garanzie possibili e immaginabili. C’è chi chiede occupazione, chi rispetto per l’ambiente, chi entrambi. Ciascun sindaco rivendica un protagonismo senza sbocchi. Nel frattempo restano i problemi di sempre. L’ultima fiammata del Centro Oli di Viggiano, infatti, ha risvegliato le paure dei cittadini di contrada Vigne, che abitano ancora lì vicino e attendono sine die la proposta dell’Eni, dopo 15 anni di avvelenamenti, per lasciare finalmente case e vigne ormai maledette. Nella Valle del Sauro, a qualche chilometro, prima ancora dell’entrata in funzione, nel 2016, del giacimento Gorgoglione, già si contano i danni e i fanghi di perforazione interrati negli anni ’90 dall’allora Total mineraria. Cosi si chiamava la Total quando già estraeva e interrava i resti delle trivellazione nei terreni adiacenti (a Serra d’Eboli) con il placet della Regione. E invece il copione inscenato oggi dal Governatore Pittella in compartecipazione coi sindaci della Val d’Agri, sembra un po’ la favola di Alice nel Paese delle meraviglie. Si traccia ancora l’equazione petrolio= occupazione e salvaguardia ambientale. Una dialettica consunta. Nel frattempo il Governo Monti prima (articolo 16 della legge sulle liberalizzazioni) e la paventata modifica del titolo V della Costituzione sulle autonomie locali oggi (vedi le proposte di Renzi) sembrano spingere verso estrazioni petrolifere più selvagge e decise “solo” dallo Stato. Ma una strategia da contrapporre allo Stato e alle compagnie petrolifere, in Basilicata non c’è e non ci sarà. L’importante è recitare il copione. Simulare tavoli permanenti di discussione che approdano al nulla. Pittella e i sindaci recitano un copione noto quanto inutile. Si chiama presenzialismo. Peggio che nell’era della finta moratoria dell’ex Governatore De Filippo. La terra è stata già svenduta ieri. Nel ’98 all’Eni e nel 2006 alla Total. E oggi si finge ancora di concertare. Già, ma concertare cosa? Quali le proposte politiche, Marcello? “Il petrolio è un’opportunità da usare bene”, ha pontificato il Governatore. Retorica da bar.