Marò rischiano pena di morte

10 gennaio 2014 | 09:32
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Marò rischiano pena di morte

La polizia indiana Nia starebbe per ricevere il via libera da parte del ministero dell’Interno per presentare un rapporto sulla vicenda che coinvolge i maro’ Massimiliano Latorre e Salvatore Girone utilizzando una legge indiana per la repressione della pirateria che prevede la pena di morte. Lo scrive oggi il quotidiano Hindustan Times. Il giornale, citando un alto responsabile governativo che ha chiesto di non essere identificato, sostiene che al riguardo “c’e’ accordo” fra i ministri del governo. Dopo aver segnalato l’incontro avvenuto ieri fra i ministri degli Esteri e della Giustizia, Salman Khurshid e Kabil Sibal, con quello degli Interni, Sushil Kumar Shinde, il giornale cita l’alto funzionario governativo per il quale “un accordo e’ stato raggiunto per autorizzare la Nia (National Investigation Agency) a presentare il rapporto accusatorio in base alla sezione 3 della Legge per la repressione degli atti illeciti contro la sicurezza della Navigazione marittima e le strutture fisse sulla piattaforma continentale (SUA Act)”. Tale sezione, che la Nia e’ pronta ad utilizzare, prevede che chi “causa la morte di una qualsiasi persona sara’ punito con la morte”. La situazione e’ entrata in fase di stallo tempo fa, si dice ancora, per l’esistenza di una assicurazione da parte del governo fornita dal ministero degli Esteri indiano all’Italia che il caso dei maro’ non rientrava fra quelli “rarissimi” a cui e’ applicabile la pena di morte. Ma il giornale dice di avere appreso che l’autorizzazione alla Nia per incriminare i due fucilieri di Marina “ora puo’ arrivare ad ogni momento”. Il quotidiano scrive infine che dalle sue indagini la Nia ha rilevato che i maro’ non lanciarono avvertimenti, non utilizzarono altoparlanti, ne’ spararono in aria prima di colpire i due pescatori a bordo del St.Antony in avvicinamento. (Fonte Ansa)