Cannabis legalizzata, il dolore non può aspettare

20 gennaio 2014 | 10:41
Share0
Cannabis legalizzata, il dolore non può aspettare

Il dibattito di questi ultimi giorni intorno alla legalizzazione della cannabis nei paesi d’oltreoceano ha preso il sopravvento rispetto a quanto faticosamente si stava (si sta?) cercando di fare per liberalizzarla in ambito terapeutico. La Regione Toscana con legge 8 maggio 2012, n.18 approvava le Disposizioni organizzative relative all’utillizzo di talune tipologie di farmaci nell’ambito del servizio sanitario regionale. La Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia con legge 2 febbraio 2012 approvava le Modalità di erogazione dei medicinali e delle preparazioni magistrali a base di cannabinoidi per finalità terapeutiche. Dal maggio 2012 vi è una nostra proposta di legge “Disposizioni in materia di utilizzo di farmaci cannabinoidi nell’ambito del servizio sanitario regionale”. Ignorata. Semplicemente ignorata. Solo l’allora consigliere Pittella ne apprezzò la portata, lamentandosi di come la regione non fosse capace di recepire un importante atto di civiltà. Dal 2007 esiste una norma nazionale che ne permette l’uso anche in casa. Ma è una norma resa inutile da procedure lunghissime. La nostra regione, oggi, non garantisce l’utilizzo dei farmaci cannabinoidi, per finalità terapeutiche. La nostra regione non promuove la cultura della lotta contro il dolore ed il superamento del pregiudizio relativo all’utilizzazione dei farmaci per il trattamento del dolore. E’ vergognoso che una sostanza che cura diverse malattie, o quantomeno allevia in maniera significativa il dolore, non possa esser prescritta. E’ compito della politica rendere semplice e rapido l’iter della richiesta al servizio pubblico. Il dolore non può aspettare i tempi della burocrazia e dell’indecisione politica! Né le finte rivoluzioni. Iniziamo adesso. Io metto a disposizione il testo presentato. Un testo semplice, chiaro, a costo zero sia per la promozione delle campagne di comunicazione e informazione per la divulgazione delle finalità della legge e sia per le campagne di informazione e sensibilizzazione nei confronti degli operatori sanitari circa l’appropriatezza prescrittiva in funzione della patologia clinica dolorosa. Una proposta di legge da cui non derivano nuovi o maggiori oneri per la finanza regionale. Abbiamo pensato a tutto!

Alfonso Ernesto Navazio