“La Soka Gakkai non è mai stata accostata alle sette”

Caro Direttore, Ci sentiamo francamente offesi dall’articolo apparso sulla sua testata il giorno 17 dicembre scorso nel quale sembra quasi che il tragico fatto di cronaca in oggetto sia connesso alle attività ed alla natura dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai. Come Lei saprà di sicuro, il Buddismo fonda il suo insegnamento sull’assoluta dignità di ogni singola forma di vita, mettendo la nonviolenza e il dialogo alla base del comportamento di ogni praticante. Del resto, pare evidente a tutti che nei frequenti casi di cronaca nera che purtroppo appaiono sui nostri giornali, non si sottolinea mai la religione di chi compie qualche atto delinquenziale: come mai invece questa attenzione non viene riservata anche ai cittadini italiani di religione buddista? Ricordiamo comunque che la scelta religiosa, come altre scelte individuali, appartengono al campo dei “dati sensibili”, vedi DL 30/06/2003 n° 196 e sue modifiche e integrazioni. L’articolista, pur a tratti utilizzando informazioni ufficiali, ha invece composto l’articolo nel suo complesso con informazioni frammentarie e false con l’intento di mettere in cattiva luce una delle minoranze religiose più numerose nel nostro Paese. Il “copia e incolla” su internet avrebbe un minimo di senso se il giornalista avesse letto e riportato anche il nostro punto di vista contenuto sul sito ufficiale www.sgi-italia.org. La Soka Gakkai, che in Italia conta 70.000 praticanti, è la maggiore scuola buddista presente sul nostro territorio. Ognuno di loro si è accostato liberamente a tale credo, e altrettanto liberamente può abbandonarlo come e quando desidera. La nostra scuola buddista basa la propria pratica sulla millenaria tradizione Mahayana ed in particolare su uno dei Sutra più conosciuti: il Sutra del Loto. In Giappone è una delle maggiori religioni del paese, dove conta 12 milioni di praticanti, ed è legalmente riconosciuta in numerosissime nazioni del mondo dove è presente con Centri Culturali e di Studio, Scuole ed Università. In Italia invece, la Soka Gakkai è presente con 14 centri culturali per lo studio e la pratica del Buddismo e lo stesso Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai è stato riconosciuto come Ente di culto dotato di personalità giuridica con decreto del Presidente della Repubblica fin dal 20 novembre 2000. Attualmente è in fase di definizione la sua Intesa con lo Stato italiano. Nell’articolo si citano impropriamente ed in modo del tutto frammentario due fonti non assolutamente tratte da documenti originali ed in ogni caso del tutto in contraddizione con quanto gli organi dello Stato invece affermano ufficialmente in ogni sede. Il Ministero dell’Interno del nostro Paese sia a livello centrale sia periferico non ha mai censurato l’attività del nostro Istituto religioso, anzi spesso, soprattutto nel campo della difesa e della tutela dei Diritti Umani, tutte le istituzioni hanno unanimemente da sempre favorito e patrocinato ogni nostra iniziativa. Per quanto riguarda il presunto “rapporto” delle Forze dell’Ordine, la Soka Gakkai non è mai minimamente stata accostata alle sette, né tantomeno pericolose. Anzi, nel documento citato (tra l’altro assolutamente senza nessun valore ispettivo) si accosta ingenuamente il Buddismo di Nichiren Daishonin al Dalai Lama, come per dire che la Chiesa di Roma dipenda dal Patriarca di Costantinopoli. Nel Buddismo non esiste un Papa, né tantomeno esiste la “scomunica”. Per quanto riguarda la fonte francese, intendiamo specificare che si tratta dell’ormai “famigerato” “Rapporto Guyard – Doc. N. 2468, redatto a nome della Commissione Parlamentare di Inchiesta sulle Sette. Riportato alla Presidenza dell’Assemblea Nazionale il 22 Dicembre 1995, e rilasciato a Parigi nel 1996. In tale rapporto, smentito dai provvedimenti di governo successivi alla presentazione e criticato dalle maggiori organizzazioni per i diritti umani e dalle istituzioni europee, insieme alla Soka Gakkai finirono all’epoca nella lista degli osservati speciali il Movimento dei Focolarini e la Comunità di Sant’Egidio, unitamente a parte dei movimenti protestanti di matrice europea. Volevo dunque rassicurare i lettori e l’articolista che la Soka Gakkai in Francia professa liberamente la propria pratica in ogni angolo del territorio nazionale insieme a tutte le altre scuole buddiste. Tutto questo né più né meno di ciò che accade nel resto dell’Europa. Esistono di sicuro detrattori del Presidente Daisaku Ikeda: la Soka Gakkai, fin dal suo nascere, è stata oggetto di repressione e critiche in Giappone. Il suo fondatore Makiguchi morì in carcere per essersi opposto al nazionalismo nipponico e all’ingresso del Giappone nella seconda guerra mondiale. Ikeda, primo e unico giapponese a chiedere scusa per il massacro di Nanchino, incontrò nel 1974 il premier cinese Tsu -Enlai e, per questo, fu accusato di essere comunista. Il secondo presidente Toda, già negli anni cinquanta fondò il partito Komei a causa della crescente corruzione che “governava” la politica giapponese: per questo motivo i centri di potere nipponici scatenarono campagne stampa e crearono organizzazioni ad hoc contro il terzo presidente Ikeda e la Soka Gakkai, considerata “un corpo estraneo” nella società nipponica. Tali informazioni prive di qualsiasi fondamento sono ovviamente reperibili su internet, ma il lavoro di un bravo giornalista è quello di fare un rapido giro solo sulla spazzatura presente su internet? Consigliamo all’articolista di leggere e riflettere sull’ottimo reportage a firma di Alessandro Gilioli pubblicato dall’Espresso del 25 luglio 2013. Suggerendo fonti cattoliche che ben conoscono il nostro Istituto Religioso vi segnaliamo voci ben più autorevoli come gli studi promossi in proposito dal CESNUR diretto da Massimo Introvigne e non ultimo il volume appena uscito nelle librerie edito da Editori Riuniti dal titolo: Daisaku Ikeda, Idee per il futuro dell’umanità, scritto dal Sociologo Antonio La Spina per gli Editori Riuniti. Ad ogni modo la ringrazio per l’attenzione e per averci dato la possibilità di pubblicare tale replica. Molto cordialmente.
Enzo Cursio, Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai