Accordi ‘sottobanco’ tra Ente Irrigazione e Teknosolar?

18 dicembre 2013 | 18:43
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Accordi ‘sottobanco’ tra Ente Irrigazione e Teknosolar?
Accordi ‘sottobanco’ tra Ente Irrigazione e Teknosolar?
Accordi ‘sottobanco’ tra Ente Irrigazione e Teknosolar?
Accordi ‘sottobanco’ tra Ente Irrigazione e Teknosolar?

A Banzi, dove sono in corso i lavori per una centrale termoelettrica, bisognava realizzare un’opera di pubblica utilità già finanziata e appaltata. “Invitiamo gli Enti territoriali ad annullare le autorizzazioni rilasciate alla Teknosolar”, sentenziava l’Ente Irrigazione a giugno. Ma poi 3 mesi dopo lo stesso Ente si sarebbe accordato col privato per far realizzare il temuto impianto. Perché?

Cittadini, comitati e amministratori sono da un mese sulle barricate. Non vogliono la costruzione di una centrale termoelettrica, la Teknosolar, tra i Comuni di Banzi, Palazzo San Gervasio e Genzano (Potenza). Temono, tra le altre cose, gli effetti della combustione nell’impianto. E quindi la liberazione in atmosfera di sostanze chimiche come benzene, fenolo e monossido di azoto. Da una parte quindi le barricate, dall’altra una serie di incongruenze pubbliche. Tra cui quelle dell’Eipli (Ente per l’Irrigazione di Puglia, Basilicata e Irpinia), che ha gestito ‘l’affare’ in modo poco trasparente.

6 giugno: “Opera privata non compatibile con infrastruttura finanziata dal Cipe”. Il 6 giugno di quest’anno, l’Eipli, in un documento pubblico inviato a ‘Snam rete gas’ di Bari, scrive: “L’opera privata (la Teknosolar, ndr) risulta incompatibile con l’opera pubblica già autorizzata dalla Regione Basilicata e dagli altri enti territoriali”. L’opera pubblica in questione è “lo schema idrico Bradano-Basento”, che deve irrigare 5000 ettari proprio in quella zona. “Un’opera pubblica”, sottolinea l’Ente per l’irrigazione, “già appaltata, costata 1milione e 400mila euro, finanziata dal Cipe nel 2008, e inserita nel programma delle Infrastrutture strategiche del Mezzogiorno”. Ragion per cui “i terreni individuati da Teknosolar per la realizzazione dell’impianto sono stati interessati da una procedura di occupazione che nel febbraio 2013, ne ha trasferito la proprietà materiale a questo Ente (Irrigazione, ndr)”. A mettere tutto nero su bianco è Saverio Riccardi, commissario straordinario dell’Ente Irrigazione.

“Diffidiamo gli altri Enti coinvolti a rilasciare altre autorizzazioni a Teknosolar”. Nello stesso documento pubblico, il commissario dell’Eipli si spinge anche oltre. Invita gli altri Enti territoriali coinvolti, “ad annullare atti e autorizzazioni che siano stati finora rilasciati alla ditta Teknosolar”. In caso contrario, minaccia di dar corso “alle più opportune azioni di tutela dinnanzi all’Autorità di Vigilanza, con espressa riserva di denuncia ai competenti ordini giudiziari, civili e penali”. Fin qui nulla da eccepire. Ma poi…

Qualche settimana fa presunti “accordi verbali”.E partono i cantieri Teknosolar. Ciò che l’Ente per l’Irrigazione ha sancito in modo ferreo a giugno, è vacillato nel giro di una stagione. Il mese scorso, infatti, sono partiti i lavori per la realizzazione dell’impianto termodinamico. Un amministratore della zona ci riferisce di aver parlato con i vertici dell’Ente Irrigazione e di aver scoperto che “i lavori sono partiti grazie ad un accordo verbale”. Se così fosse la vicenda sarebbe grave. Un pugno in faccia alla trasparenza e al diritto dei cittadini ad essere informati. Dov’è finita l’opera pubblica “incompatibile” con la centrale termodinamica? L’affare appare poco chiaro, per non dire inquietante. L’Ente per l’Irrigazione prima ricorda che in quella zona è in fase di realizzazione uno “schema idrico” pubblico già finanziato e appaltato, e poi concede “verbalmente” l’ok a un privato a eseguire i lavori. Come può un’infrastruttura finanziata in sede Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica), passare in subordine rispetto ad un interesse privato, in questo caso della Teknosolar? Come può l’Ente per l’Irrigazione cambiare ‘le carte in tavola’ nel volgere di pochi mesi? La spietata legge del business sembra smuovere acque, valli e monti nell’Alto Bradano.