Sciopero anche contro emergenze sociali

11 novembre 2013 | 11:22
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Sciopero anche contro emergenze sociali

“Le iniziative di lotta di CGIL, CISL e UIL domani a Potenza e a Matera, nell’ambito dello sciopero nazionale contro la Legge di Stabilità, hanno un significato particolare per le pesanti conseguenze che la manovra economica nazionale determinerà sui lavoratori dipendenti e sui pensionati che risulteranno ulteriormente amplificate in una realtà come la Basilicata, dove la crisi economica e industriale ha già prodotto una forte impennata della disoccupazione e la drammatica ripresa dei fenomeni di marginalizzazione sociale e povertà, legati alla perdita del lavoro e alla destrutturazione del sistema produttivo regionale”. E’ quanto sostiene Giovanni Samela (IdV) che aggiunge “sul fronte della disoccupazione la situazione è a dir poco allarmante. A certificarlo sono ancora una volta i dati forniti dal ministero del Lavoro: i giovani, soprattutto quelli che risiedono nelle regioni Mezzogiorno, rappresentano la fascia d’età più colpita dalla drammatica crisi in atto. La condizione in cui si trova il nostro Paese è il frutto di anni di politiche sbagliate e inique, messe in campo da Berlusconi prima e da Monti poi. L’attuale esecutivo, invece di invertire la rotta, ha proseguito sulla stessa strada dei governi precedenti. Perciò – aggiunge Samela – proponiamo il tema del lavoro come priorità assoluta non solo per costruire una seria alternativa all’attuale Governo delle larghe intese ma anche per rilanciare l’impegno del nuovo centrosinistra lucano sui bisogni principali delle nostre comunità. Il Piano pluriennale regionale del lavoro rinviato alla nuova legislatura – evidenzia Samela – è perciò il banco di prova della volontà di dare risposte ai disoccupati lucani utilizzando efficacemente tutte le risorse disponibili a cominciare da quelle comunitarie”.
Samela ricorda: “solo un anno fa l’allora presidente del Consiglio, Mario Monti, insieme al ministro del Lavoro, Elsa Fornero, annunciavano in pompa magna l’abrogazione dell’articolo 18. La ministra disse che a seguito dell’approvazione della legge, che porta il suo nome, sarebbe corrisposto un aumento degli investimenti in Italia e nuove assunzioni. E’ passato un anno ed abbiamo visto che non solo non è stato investito un euro in più, ma la disoccupazione, in particolare fra i giovani, sfiora il 50%.Come Comitato per la difesa dei diritti dei lavoratori abbiamo raccolto in tutta Italia oltre 500 mila firme per l’indizione di un referendum abrogativo sia della legge Fornero, sia dell’articolo 8 della legge Sacconi, che cancellò il valore universale del contratto nazionale. Le firme furono raccolte regolarmente e depositare in Cassazione. Ma quando il Presidente della Repubblica sciolse anticipatamente le Camere fu vanificato il diritto dei cittadini a pronunciarsi con il voto sull’abrogazione di queste leggi sbagliate”.