Prinzi: “Vigilare su operazione Eni a Viggiano”

30 novembre 2013 | 09:07
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Prinzi: “Vigilare su operazione Eni a Viggiano”

“Le trattative Eni nell’area industriale di Viggiano per  acquisire i suoli con i corrispettivi “soprasuoli” (fabbricati ed attività produttive) di una vasta area limitrofa e circostante al Centro Oli di Viggiano, di circa 25-30 ettari, sollecita la necessità che le operazioni siano governate da istituzioni e politica e non siano lasciate ad una trattativa di affari tra Eni e cittadini”. A sostenerlo è il consigliere provinciale Vittorio Prinzi, aggiungendo che “si tratta di affrontare adeguatamente una fase che è destinata a segnare profondamente il futuro dell’area industriale di Viaggiano, con la scomparsa di attività produttive (agricole, zootecniche, commerciali, artigianali) e residenze private. Intanto – ricorda – resta ancora aperta l’annosa questione del risarcimento dei danni subiti da anni per l’attività del Centro Oli e che deve rientrare anche in questa trattativa dei suoli. La transazione che sarebbe da tempo in atto tra cittadini danneggiati ed Eni come per l’operazione di acquisto suoli e pertinenze, non si può delegare a “terzi”, in questo caso la magistratura civile. E’ da tempo che alla Provincia e alla Regione,  abbiamo sollecitato un’azione della Giunta Regionale in verità in precedenza più volte impegnata ad affrontare il problema senza però concretizzare questo impegno. Esiste una  proposta originaria che risale all’allora presidente Bubbico che aveva ipotizzato un provvedimento di indennizzo, attingendo alle royalties del petrolio derivanti dall’Accordo Regione-Eni.

Indubbiamente la compravendita dei suoli sarebbe la soluzione definitiva del problema del risarcimento dei danni e consentirebbe, in alcuni casi, ai cittadini di vivere e lavorare altrove in assoluta sicurezza, specie per l’impatto sulla salute, dopo il crescente incremento dei casi di tumore e di malattie respiratorie o di altra natura. Non va comunque ridotta la vigilanza – dice Prinzi – sui programmi immediati e futuri dell’Eni che non a caso per l’adeguamento del Centro Oli ha previsto tre fasi dei lavori: la prima, già portata a termine, relativa alla fermata dell’impianto per l’adeguamento alle nuove tecnologie; la seconda definita “quinta linea” per la raffinazione del gas, con un investimento consistente e alcune centinaia di posti di lavoro; la terza che potrà avvenire dopo i primi passi del Memorandum d’Intesa riguarda il vero e proprio ampliamento della produzione da 104mila barili a 125-130 mila. Sono pertanto attività, per ora tutte all’interno del perimetro del Centro Oli che, di fatto, risulterebbe insufficiente (di qui l’interesse ad acquisire altri suoli) – sottolinea Prinzi – ben distinte tra loro che comunque devono consentire il passaggio dagli impegni solennemente assunti dai dirigenti ENI in più occasioni  fatti concreti  in modo da procedere all’ammodernamento e all’adeguamento della struttura che ha dato non pochi problemi in termini di impatto ambientale e di salute dei cittadini. Infine, ritengo necessario un pronunciamento da parte del Consorzio Asi che continua a coltivare progetti di sviluppo industriale (non petrolifero) per la Val d’Agri: se l’Eni acquisisce gran parte dell’area industriale si rischia di far svanire il sogno di localizzazione di piccole e medie imprese specie del comparto di trasformazione dei prodotti alimentari, risorsa per la Val d’Agri al pari dell’oro nero.