Il peggio ha vinto, la Basilicata ha perso

19 novembre 2013 | 09:03
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Il peggio ha vinto, la Basilicata ha perso

Uno schiaffo alla classe politica e dirigente della Basilicata. Un ceffone ai partiti. E’ questo il senso dell’astensionismo dal voto del 17 e 18 novembre. Ha votato meno della metà degli aventi diritto. E’ l’effetto del crollo verticale della fiducia nelle istituzioni. E’ una scossa di terremoto che ha colpito le fondamenta della finta democrazia. I cittadini hanno lanciato un chiaro messaggio: “votatevi da soli”. Cantatevi e suonatevi quella falsa messa che ad ogni competizione elettorale chiamate democrazia. Molte anomalie hanno caratterizzato questa breve stagione elettorale. Dalle liste escluse a quelle riammesse, dai consiglieri uscenti messi da parte perché indagati, alla candidatura di Pittella indagato. Queste circostanze hanno reso ambigua la competizione elettorale e hanno introdotto nell’opinione pubblica ulteriori sentimenti di diffidenza. Dunque la legittimazione democratica della base del consenso è stata azzoppata, ferita. La scarsa partecipazione al voto è un segnale forte che ha origini nel degrado morale della politica e delle istituzioni, nella strage di fiducia cui abbiamo assistito in questi anni di arroganza del malaffare. Eppure l’astensionismo è un’arma a doppio taglio. Non è motore di cambiamento, ma manifestazione di insofferenza. Non può rappresentare un’alternativa, ma rischia di apparire come un gesto di rassegnazione. E’ corretto, tuttavia, leggere il non voto anche come azione di protesta, o come una forma diversa di partecipazione. Sia chiaro a questo punto un fatto: Pittella non è stato eletto con la necessaria legittimazione popolare. Nessuno ha vinto. La Basilicata ha perso. Il nuovo presidente è e sarà incapace di recuperare lo strappo tra la società regionale e la politica. Probabilmente sarà capace di ricomporre ambigui legami di potere, rinnovati metodi clientelari nel recinto del vecchio sistema di governo. Chissà quanto durerà. Troppe vicende da chiarire, troppe contraddizioni da risolvere. Vigileremo. Ci aspetta un duro lavoro.