Baby-squillo figlie della degenerazione sociale

11 novembre 2013 | 16:43
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Baby-squillo figlie della degenerazione sociale

L’operazione “ Ninfa” ha portato ai clamori della cronaca lo squallido , sempre piu’ diffuso, fenomeno della prostituzione minorile. Non e’, purtroppo, cronaca contingente: si tratta, infatti, della punta di un iceberg di degenerazione culturale e civile permanente che ha radici profondissime, originantesi da una subcultura del disvalore e dell’abominio etico. Tale subcultura origina a sua volta dalla colpevole summa di percorsi di demolizione morale apparentemente antitetici per nascita, perfettamente collimanti per la sovrapponibilita’ della marcescenza sociale che hanno prodotto. La degenerazione sociale tout court di cui le baby-squillo sono un epifenomeno  deriva dalla involuzione di costumi inaugurata dal libertinismo anarcoide dei sessantottini, “mirabilmente” propalata e iniettata nel modus vivendi odierno dall’opera di sinistre demagoghe e moral-sovversive, particolarmente attive ai nostri giorni. E ‘ questa la subcultura che ha creato una classe di “docenti” incapaci di trasmettere senso civico ai discenti: diamoci del tu e fumiamoci una sigaretta insieme, questo l’aberrante modus verso gli alunni di molti sessantottini di ieri, purtroppo professori nella scuola di oggi. Deriva altresi’ dalla contemporanea ventennale “campagna disvaloriale”, della quale il grande Montanelli ci aveva preavvisato nel ’94, con cui Berlusconi, attraverso il suo Leviathan mediatico ha plasmato un’intera generazione di giovani italiani, inconsapevolmente scippati di ideali e propositi civici: una generazione di zombies cresciuti a veline e Grande Fratello, aspiranti tronisti e protagonisti di reality show, cresciuti nel fosco scenario di una squallida politica in cui in Lombardia si diventa consiglieri regionali per virtuosita’ di curve corporee e non di militanza e idee; questi i genitori di oggi, incapaci di educare i propri figli. Una manovra a tenaglia, in sintesi, di Berlusconi da un lato, di Vendola e company dall’altra, per soffocare e assoggettare, deturpandola nel profondo, la coscienza dell’intera societa’ della nostra Nazione. Questi i risultati e queste le vittime, piccole meretrici di oggi per una ricarica telefonica, non coscienziosi cittadini dell’Italia di domani : solo una radicale riforma culturale di indirizzo gentiliano potra’ salvare la nostra Patria. Giovanni Gentile era un rivoluzionario, non un reazionario e l’Italia di oggi, affogata nella corruzione e nella vergogna , lo testimonia nel modo piu’ chiaro.

Giuseppe D’Armento (Fratelli d’Italia)