“Abbiamo vinto noi”

18 novembre 2013 | 21:24
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“Abbiamo vinto noi”

Per la prima volta nella storia della Basilicata il voto alle Regionali non si racconta dal Comitato elettorale di Pittella, Lacorazza o Di Maggio. Per la prima volta il non voto (53%) è scolpito nei volti della gente per strada, nei bar e nelle case. Hanno deciso loro. Le ‘promesse della politica’ vacillano come una bugia ormai scoperta.

“Abbiamo vinto noi”, esulta qualcuno nel bar. “Era inevitabile che finisse così”, se la ride un giovane disoccupato, per le strade di paese. I grandi ideatori di striscioni elettorali che propugnavano improbabili “rivoluzioni democratiche” possono solo ammainare le bandiere. Il popolo è lontano. Quello stesso popolo che in passato aveva creduto in “qualcosa”. oggi è scomparso. “Non aveva senso andare a votare”, rimarca anche il giovane universitario che non è tornato neanche da Roma per votare. Delusione, distacco. Ma è soprattutto dalla strada che è partita la sconfitta. Si è preferito disertare voltando le spalle anche al Movimento 5 stelle (che ai tempi dell’antipolitica non ha sfondato di molto il 10% di preferenze). Prima di festeggiare e alzare i pugni come improbabili Obama del nulla, da oggi, i ‘vincitori’ dovranno confrontarsi con la sfiducia che pervade la Basilicata. “Abbiamo vinto noi”, è l’urlo di battaglia. E’ una maggioranza silenziosa che dovrebbe sconvolgere, oltre che i vincitori e i vinti di questa tornata elettorale, anche la stampa abituata a raccontare, il giorno del voto, sino all’ultimo voto, all’ultima scheda, paese per paese. E’ cambiata la geografia. Oggi la maggioranza dei lucani guarda altrove. Un vento nuovo e imprevedibile soffia dal basso. Si festeggia altrove. Lontano dai quartieri generali della politica e della stampa antica. Ultimi avamposti di un consenso ormai evaporato.