Scene da terzo mondo. ‘Basilicata che bella scoperta!’

21 ottobre 2013 | 16:36
Share0
Scene da terzo mondo. ‘Basilicata che bella scoperta!’

Nel 2001 un report sui conti economici regionali della Commissione di garanzia per l’informazione statistica (Presidenza del Consiglio dei ministri, ndr), annotava che in Basilicata la spesa contabilizzata al 31-12-99 ai fini analitici era di 1.364,2 miliardi di lire per i “principali sottoprogrammi” relativi ai fondi 1994/1999. Erano gli anni del sottosviluppo quelli. E i fondi incamerati in Basilicata servivano per uscire dal pantano in cui tutto il Sud Italia era finito. Poi sono arrivati i fondi 2000-2006, e quelli 2007-2013. In particolare per questi ultimi, dopo che già il decennio precedente aveva visto l’ingente erogazione messa a profitto al fine di migliorare la qualità dell’ambiente, concentrava ulteriori 535, 967 milioni di euro su questo tipo di misure. Poche settimane fa siamo invece ritornati, secondo l’Europa, indietro nel tempo. Ci chiediamo come sia possibile che nessun Ente o politico si sia accorto di cosa stava accadendo in un piccolo territorio come quello lucano. Territorio che pure spende milioni di euro in organismi di controllo. Ma nemmeno lo Stato s’è accorto di nulla, eppure spende milioni di euro in organismi di controllo. E ovviamente neppure l’Europa, che pure fa i suoi di controlli, s’è accorta di nulla. E se prima tutti controllavano ma nessuno vedeva o sentiva puzze (tranne qualche organizzazione indipendente come la Ola che denuncia in questi giorni il ritrovato monnezza tour nel materano), in questi frenetici giorni in cui i soliti politicanti (qualcuno con qualche vestitino nuovo) starnazzano, in liste e listarelle, attenzione al territorio (come a ogni tornata elettorale), ci siamo fatti un giro tra discariche abusive, e non, nel materano, e lungo il Basento (primo fiume lucano martoriato da sempre e di cui ci siamo spesso occupati), riscontrando le solite situazioni, che adesso più che mai sono fuori dalle luci della politica se non nei proclami. Continuano invece a crescere indisturbate ambigue situazioni, e una cultura regionale e imprenditoriale che il terzo mondo pare l’abbia sempre avuto in testa. Buona visione.