Quote rosa? ‘Particolarità’ di cui si può fare benissimo a meno

24 ottobre 2013 | 11:20
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Quote rosa? ‘Particolarità’ di cui si può fare benissimo a meno

“Il Consiglio Regionale di Basilicata rischia seriamente di essere composto, ancora una volta, di soli uomini con danni incalcolabili perché potrebbe mancare il punto di vista delle donne”. Non me ne voglia la presidente della Commissione Pari Opportunità della Regione Basilicata che in una nota denuncia la scarsissima presenza di donne nelle liste per le elezioni regionali del prossimo novembre a me fa un po’ sorridere. Ritengo che esistano le persone e non i generi e dunque credo che le parole della presidente Botta contengano una contraddizione in termini. Nel caso specifico della Basilicata credo sia il caso di smetterla con questa storiella che i partiti non vogliono le donne in lista. Non posso certo negare che le lucane in corsa per il rinnovo del parlamentino siano come le mosche bianche. Non sono però convinta che sia tutta colpa di chi le esclude. Mi capita di incontrare tante giovani donne che “si affacciano al mondo della politica” ma che secondo me lo fanno dalla finestra sbagliata. Le vedi sempre un passo indietro al loro “statista di riferimento”. E’ difficile sentire il loro punto di vista; così come è difficile leggere una loro nota, una loro proposta. Fanno politica nell’ombra. Avranno le loro ragioni, che però non capisco. Si espongono solo attraverso post o cinguettii, esprimono il loro dissenso per scelte di partito non condivise. Peccato che poi la protesta si esaurisca su una piazza virtuale. Nella realtà invece capita che, in ossequio a strane logiche di partito, si fanno addirittura scippare consensi conquistati dopo aver militato per anni e aver lavorato duramente; o al contrario capita che si fanno “regalare” seggi che non gli spetterebbero. Le donne in lista. Si mettono ma non per farle governare o arrivare in consiglio regionale. Si fa perchè ci sono le quote rosa da rispettare. ‘Soprammobili’, si fanno trattare da ‘soprammobili’ a corredo di manichini in giacca e cravatta che spesso hanno smarrito il senso vero della politica. Il teatrino messo in scena in queste settimane, sia dal centrodestra che dal centrosinistra, ne è la prova. Ma anche in questo caso le donne ho l’impressione che siano rimaste a guardare. Nel migliore dei casi a fare da supporter. “Tanto noi siamo discriminate. I partiti ci tengono lontano da certe postazioni dove potremmo fare meglio degli uomini”. Balle che non stanno più in piedi. Rincorrere una parità attraverso le quote rosa è come ammettere che noi, persone di sesso femminile, abbiamo una marcia in meno. Bisognerebbe smettere di rincorre questa parità a avere il coraggio di rischiare di non essere elette non perchè donne, ma perchè i cittadini hanno scelto altri. Volete governare, andare in Consiglio regionale? Riprendetevi la libertà di esprimere le vostre idee e di metterle in pratica. Smettete di fare convegni sulle pari opportunità e passate all’azione. Senza retorica dico che bisogna sentirsi persone e non donne; non avere paura di mettersi in gioco e correre per una campagna elettorale scrollandosi di dosso quella “particolarità” di cui vi assicuro si può fare benissimo a meno.