A 16 anni riscuoteva il pizzo per la ‘ndrangheta

22 ottobre 2013 | 16:21
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A 16 anni riscuoteva il pizzo per la ‘ndrangheta

Il ragazzino si presentava di persona a minacciare e riscuotere il pizzo tra i tanti operatori economici di Palmi. Già nel 2010 la procura minorile aveva emesso un’ordinanza di affidamento del minore ad un centro di accoglienza, ordinanza che i servizi sociali avevano però disatteso. Il 16enne, figlio di un capoclan detenuto per gravi reati, dal 2010, era controllato dagli agenti del commissariato di polizia di Palmi, che ha eseguito le indagini che oggi hanno portato al fermo del minore da parte del personale del Commissariato e della squadra mobile di Reggio Calabria. Con lui sono stati fermati due adulti e un altro minore. “Si tratta – ha detto il procuratore della Dda reggina Federico Cafiero De Raho – di un gruppo criminale agguerrito, che in assenza dei capi della cosca Gallico aveva avviato una intensa attività estorsiva a Palmi. Hanno iniziato a chiedere somme di danaro per il sostentamento dei detenuti e dei parenti in carcere, progettando gradualmente le estorsioni”. Addosso ad un minorenne che accompagnava il 16enne fermato gli agenti hanno trovato la lista degli imprenditori a cui imporre il pizzo con le cifre riportate a fianco di ogni nominativo. E sono stati proprio alcuni imprenditori a denunciare quanto accadeva. Il 16enne aveva un ruolo importante nel controllo del territorio. Si presenta in prima persona a nome del capo bastone in carcere, agli usurati ricordando loro di versare la somma stabilita, e minacciando i malcapitati di gravi rappresaglie nel caso non avessero pagato. Sempre nel 2010 la Procura dei Minori aveva segnalato il caso al Tribunale che aveva ordinato il ricovero del minore in un centro di accoglienza proprio per sottrarlo alle logiche criminali. I servizi sociali del territorio, invece- come hanno riferito gli stessi inquirenti- non hanno mai dato corso al provvedimento, lasciandolo inattuato e lasciando il ragazzino nelle mani della ‘ndrangheta.