Può rivendicare libertà chi vive incastonato in un sistema feudale?

19 settembre 2013 | 19:02
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Può rivendicare libertà chi vive incastonato in un sistema feudale?

Allo scadere delle Primarie del centrosinistra, lo scontro Lacorazza-Pittella non entra nel vivo. E’ un copione recitato senza nè infamia nè lode.

Se Lacorazza, da un lato, forte dell’endorsment ufficiale del partito, tende a smorzare i toni e a mantenere un profilo low (è in vantaggio), dall’altra parte lo sfidante Marcello non buca il video.

Qua e là, in giro per la Basilicata, chiede un “sistema libero,  uomini liberi”. Ma quale libertà può rivendicare un politico che è insieme figlio e fratello d’arte?

Quale libertà, visto che nella sua terra,  Lauria, solo nominare ‘Pittella’ è il segno di una dipendenza atavica al ‘don’ del paese a cui si chiedeva udienza anche davanti al più banale dei mal di pancia?

Può chi vive incastonato in un meccanismo così feudale rivendicare “libertà”? Libertà da cosa? In realtà Pittella rivendica maggiore spazio per sè. La libertà è ben altro.

E poi quel volto da “democratico contro” a tutti i costi, che proprio non fa breccia. Eletto per due mandati come consigliere regionale nelle fila del pd, non si ricorda a memoria d’uomo una sola battaglia vera che abbia ingaggiato all’interno del suo partito.

Non dimentichiamo che dal gennaio dello scorso anno, col rimpasto della Giunta De Filippo, è stato anche nominato assessore regionale alle Attività produttive. E nel ruolo di rilievo che ha ricoperto nell’ultimo anno e mezzo, in che modi si sarebbe manifestata la ‘verve’ dell’uomo contro?

Dov’erano i germogli della ribellione “contro un partito in cui decidono 3 o 4 nel chiuso di una stanza?” Generali o addirittura ‘rivoluzionari’, non ci si inventa dall’oggi al domani. E a lui, Marcello Pittella, quel physique  du role, proprio non si addice.

Ad ogni buon modo, lunedi prossimo, quando la commedia sarà finita, tutto tornerà al suo posto. E Marcello, il “democratico contro”, il suo posto al caldo già ce l’ha. In uno degli scranni destinati ai consiglieri regionali. In quota pd. E per la terza volta di fila. Scommettiamo?