I pavoni, i grilli e gli avvoltoi non possono cambiare la Basilicata

20 settembre 2013 | 21:18
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I pavoni, i grilli e gli avvoltoi non possono cambiare la Basilicata

Potrei avvertire il battito fluido di una farfalla, oggi, qui, tra rumori prepotenti. Ma preferisco introdurmi in certi frastuoni, piuttosto che lasciarmi andare dal richiamo rassicurante di quelle ali gentili Quei rumori sono la realtà, raccontano di confusione e di ingiustizie, di rabbia e di prepotenze, segnano la traccia di un futuro sbandato e inafferrabile. Irrefrenabile nella sua corsa all’indietro. Sono le voci del Tg regionale che narrano di quisquilie, mentre tacciono le verità. Sono certi giornali che, come un gesso spezzato sulla vecchia lavagna di ardesia, stridenti, scrivono paccottiglie di parole che fanno venire i brividi. Quel frastuono giunge dai convegni negli alberghi di lusso, dove ci raccontano le solite menzogne con parole diverse. Quella politica maestra dell’ipocrisia, avviluppata su se stessa, che decide e così sia. Bla, bla, bla. Bombe d’aria fritta lanciate sui cittadini attraverso le zavorre mediatiche. Quei fracassi sono i tamburi stonati che fanno baccano sui fiumi torturati, sulla terra martoriata. Suoni metallici nell’aria che sputa veleno. Povertà, disoccupazione, emigrazione, sottomissione.  E’ questa la Basilicata dei briganti che non fanno paura. Scoppi di bolle di sapone innocui si stagliano all’orizzonte come stendardi divini. E’ tutto inutile. La storia ha declinato inviti e appuntamenti. Qui, oggi, la Lucania è destinata ad essere come ieri, o peggio. Ma c’è una speranza, in quel battito fluido di una farfalla che “volando su un fiore può provocare un tornado in tutta la regione.” Lascio i rumori prepotenti e torno ad ascoltare le ali della libertà. Mi viene in mente una storia, di quelle che spiegano la teoria del caos. E’ una secca giornata estiva. Un uomo passeggia in un bosco per godersi un po’ di fresco. Dopo aver fumato una sigaretta, getta il mozzicone in una piccola radura. Il mozzicone cade su un fazzoletto di carta gettato da un villeggiante. Il fazzoletto prende fuoco e trova facile esca in un arbusto secco, ucciso da un coleottero. L’arbusto prende fuoco. Le fiamme si levano più alte. C’è un leggero venticello. Qualche scintilla e prende fuoco un arbusto lì vicino. Il fuoco, attizzato dal vento, si propaga ad altri tre alberi. Ognuno dei quattro alberi in fiamme ne incendia altri quattro: gli alberi in fiamme diventano 20, poi 100 e poco dopo tutto il bosco è in preda alle fiamme. Tutto questo per un piccolo parassita che ha ucciso un piccolo arbusto e per un mozzicone di sigaretta caduto su un fazzoletto usato. Un coleottero può abbattere, senza volerlo, una foresta. E una farfalla può cambiare il mondo. I pavoni, i grilli e gli avvoltoi, no.