Giancarlo Siani, la verità è più forte della camorra

23 settembre 2013 | 12:24
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Giancarlo Siani, la verità è più forte della camorra
Giancarlo Siani, la verità è più forte della camorra
Giancarlo Siani, la verità è più forte della camorra
Giancarlo Siani, la verità è più forte della camorra

Era il 23 settembre 1985 quando la camorra uccise Giancarlo Siani. Ed oggi, in quello stesso punto di Napoli dove fu ucciso il giornalista del Mattino, l’auto-simbolo delle sue lotte, la Mehari verde è ripartita. È stato Roberto Saviano a metterla in moto in una staffetta che vuole lanciare un messaggio ben preciso: la camorra non è affatto più forte della voglia di raccontare la verità.

La sera del 23 settembre 1985, il corpo senza vita di Giancarlo Siani fu ritrovato nella sua auto nel viale di casa, in piazza Leonardo al Vomero. Era appena rientrato dalla redazione del Mattino, dove lavorava da un paio di mesi dopo aver concluso la sua esperienza di corrispondente del quotidiano da Torre Annunziata. Due killer avevano aspettato Giancarlo sotto casa sua e lo avevano ucciso con diversi colpi di pistola. Il giovane giornalista aveva raccontato gli intrecci tra politica e cosche; aveva scoperto gli affari intorno agli appalti pubblici che si erano fatti più ghiotti, per colletti bianchi e camorristi, dopo il terremoto del 1980. Per l’omicidio di Siani furono condannati, in Cassazione, Angelo Nuvoletta e Luigi Baccante, e i sicari Ciro Cappuccio e Armando Del Core. La condanna a morte di Siani fu decisa dopo un suo articolo, pubblicato il 10 giugno 1986, in cui rivelava che l’arresto del boss Valentino Gionta era stato possibile grazie a una soffiata dei suoi alleati, i Nuvoletta.