Fratelli d’Italia, le proposte di D’Armento e Santoriello

12 settembre 2013 | 11:53
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Fratelli d’Italia, le proposte di D’Armento e Santoriello

Come condiviso, su mia proposta, dagli astanti membri della Costituente Provinciale materana di FDI nella riunione del giorno 1 settembre 2013 tenutasi a Matera, propongo l’integrazione della base programmatica già presentata dal Portavoce Regionale di FDI Gianni Rosa con le seguenti proposte, raccolte e sintetizzate in 7 punti-cardine da sottoporre alla base, eventualmente emendare, arricchire e ratificare per poi sottoporle all’approvazione degli eventuali alleati.  Le proposte contenute nel seguente elaborato nascono dal lavoro coordinato di Giuseppe D’Armento (Costituente provinciale FDI –Matera) e Giorgio Santoriello (Gruppo Trenta – Segreteria Cons.Reg. di FDI Mario Venezia ).

PETROLIO. Adozione della proposta elaborata dal movimento civico policorese “ Trenta “ ossia usare le royalties petrolifere regionali (291 milioni di euro per il 2012) solo per la spesa capitale (non per riequilibrare bilanci sanando falle finanziarie dovute alla malapolitica o all’inadeguatezza operativa dei tecnici regionali), quindi investimenti sul settore infrastrutture, sul recupero territoriale , sulla manutenzione delle opere pubbliche, sulle bonifiche ambientali, sul recupero dei beni culturali. In questi anni le royalties sono state utilizzate per tappare i buchi di bilancio della spesa corrente di aziende sanitarie ed enti strumentali della regione, pagando esose consulenze esterne e nascondendo le responsabilità dei dirigenti regionali. Con ciò la spesa e la redazione del bilancio diverrebbero molto più produttive e virtuose. L’ammontare delle royalties deve essere assegnato per il 30% ai comuni ( non destinatari di royalties ) ed alle provincie per sbloccare opere pubbliche e provvedere alla manutenzione delle stesse. Istituzione di una Commissione d’inchiesta sul ciclo petrolifero al fine di ricalibrare le politiche di monitoraggio ambientale; la Regione, di fatto,  non controlla l’attività dell’Eni. Il controllato fa il controllore. Gli incidenti non vengono resi noti o vengono camuffati come malfunzionamenti. Il numero esatto di barili estratti lo dice il privato e non l’autorità pubblica. La comunità scientifica nazionale ci dice che tanti inquinanti non sono monitorati, intanto i tumori nelle zone estrattive aumentano come indicato anche dalla letteratura scientifica internazionale, nonche’ dallo stesso osservatorio epidemiologico regionale (fino al 2009, poi è calato il silenzio) ed in parte dal registro regionale tumori. Stabilire de facto la priorità del diritto di precauzione su ogni futura istanza di ricerca, superando l’improvvisazione della moratoria De Filippo. Il bollettino dell’unmig 2013 mostra chiaramente l’interesse delle compagnie petrolifere per il territorio lucano e per le sue coste. Il Diritto di Precauzione sancito dalla legislazione UE ( art. 191 trattato di funzionamento UE )stabilisce come prioritaria la difesa di salute ed ambiente rispetto alla convenienza economica, obbligando a valutazioni scientifiche che escludano impatti negativi che, qualora riscontrati, costringono al risarcimento verso i territori colpiti. La tutela dell’ambiente e della salute può bloccare per precauzione l’installazione di iniziative economicamente vantaggiose ma di rischioso impatto sull’ecosistema.

SANITA’. Istituzione del Corso di Laurea in Medicina al Crob di Rionero in Vulture . È una facoltà di nevralgica importanza. Tutti i medici lucani si formano fuori ed il Crob essendo un istituto di ricerca oncologico, potrebbe essere l’alveo ideale per l’impianto di suddetta facoltà e per dare nuove direttive di sviluppo all’Unibas. Attuazione del modello” Lorenzin”: conversione dei piccoli ospedali in poliambulatori o strutture intermedie seguendo la linea dei costi standard; la sostenibilità economica dei piccoli ospedali è messa in discussione, tuttavia l’ultimo piano salute dell’Ass. Martorano è stato progettato senza copertura finanziaria specifica, quindi rimane lettera morta. Il modello Lorenzin potrebbe trovare spazio in nuovo piano salute regionale che rilanci positivamente il trend dell’assistenza pubblica in Basilicata, difendendo non solo il diritto alla salute ma eliminando fastidiose disparità tra pubblico e privato. La sanità assorbe un terzo del bilancio regionale, 1 miliardo di euro, ed in essa si annida una consistente fetta di spreco e clientelismo. Redazione di un nuovo  Piano Salute Regionale tarato non solo su direttive demografiche ma anche ambientali ( tenendo conto degli effetti sanitari nelle zone maggiormente esposte all’inquinamento ) ed orografiche ( in virtu’ dell’attuale assoluta insufficienza della dotazione infrastrutturale della Lucania sia sotto il profilo viario che ferroviario la quale rende difficoltoso lo spostamento degli assistiti).

AMBIENTE.Varo del piano rifiuti regionale: le discariche sono al collasso e mancano centri di riciclaggio e smaltimento. Si procede ancora con l’incenerimento o l’ampliamento delle discariche. I molteplici e pericolosissimi siti contaminati da amianto non sono stati ancora bonificati e grave è l’inquinamento da infiltrazioni del suolo. Il piano non deve più avere freni politici o privati, deve partire al più presto perché sono impensabili indici così bassi di differenziata, 16%, in una regione così poco abitata. Varo del piano per il dissesto idrogeologico regionale: adozione di approfondite politiche di coerenza a fronte della parziale efficacia degli attuali interventi . A titolo di esempio : la V Commissione Regionale ha stabilito, nel Marzo 2013 , che l’alluvione nel Metapontino del 2011 poteva essere evitata/mitigata se le opere pubbliche come la SS 106 fossero state riadattate al drenaggio allo scopo di conferire più spazio al deflusso fluviale e se le opere di pulizia e manutenzione fossero state realizzate approfonditamente. A cosa serve investire nell’agricoltura metapontina se una pioggia abbondante in collina allaga le colture, distruggendole? Occorre recuperare la compatibilità ambientale di infrastrutture che non ce l’hanno. E’ necessario ripristinare gli alvei fluviali e le fasce di rispetto garantendo adeguate sezioni di deflusso. Manca una carte delle frane e l’adattamento sismico di svariati edifici-infrastrutture pubbliche. Ergonomizzazione della spesa per la forestazione modificando, per renderla più proficua ed idonea il regime d’impiego degli addetti ed il loro numero (oggi 3800). La piantumazione di alberi negli ultimi anni non ha recuperato neanche la metà del patrimonio boschivo distrutto. Istituzione di una commissione d’inchiesta per la mappatura dei siti inquinati ricadenti nel territorio regionale.

ATTIVITA’ PRODUTTIVE. Diversificazione del portafoglio delle aziende dell’indotto Fiat nell’eventualità di imprevisti mutamenti delle politiche aziendali: in caso di chiusura o mutamento delle strategie Fiat, occorre premunire le aziende dell’indotto. La Fiat è il secondo plesso industriale dopo quello estrattivo. ( Capacity Lab ). Affidamento della cabina di regia del turismo regionale  ad un Ente unico. Il turismo deve avere un’unica cabina di regia chiara ed esente da conflitti di competenze. Oggi: APT, GAL, Attività Produttive, Autorità Po-Fesr hanno tutte corresponsabilità nella filiera turistica e l’esito fallimentare è sotto gli occhi di tutti. Unificazione in un solo Ente  dei due incubatori d’impresa attualmente in vigore, estendendo le competenze anche al settore low-tech;  in Basilicata abbiamo 2 incubatori d’impresa regionali: Sviluppo Basilicata e Basilicata Innovazione. Tali Enti palesano evidenti problemi di bilancio ed hanno mirato per anni solo a nicchie di mercato come la commercializzazione di latte d’asina e brevetti hi-tech. In tutto decine di dipendenti e decine di consulenze per rendere vincenti qualche decina di progetti d’impresa in tutti questi anni. Intanto le associazioni di settore richiedono: piastrellisti, saldatori, pavimentisti, carpentieri, cuochi ed artigiani. Occorre un reale legame tra formazione ed inserimento nel lavoro/ avvio d’impresa ed e’ per questo che l’Incubatore deve essere a disposizione non solo dei segmenti di mercato che richiedono manodopera specializzata ma sviluppare progettualità realmente utili o richieste dal territorio. I laureati dell’Universita’ di Basilicata che intendono avviare progetti d’impresa nei rispettivi settori di studio devono ricevere incubazioni agevolate. Redazione di un Piano di Lavoro Regionale e di un Piano Giovani; la Regione Piemonte ha varato un virtuoso piano occupazionale per giovani e donne da emulare anche in Basilicata, destinando altresì il 20%del gettito Irpef alla cultura. Il dott. D’Agostino ha  recentemente evidenziato le criticità da contrastare  applicando politiche lavorative attive e non assistenziali, idonee al tessuto sociale della Basilicata. Manca una programmazione regionale sulle politiche del lavoro pur esistendo un Osservatorio Regionale in merito ed i fondi idonei. Il lavoro in Basilicata non può essere l’improvvisazione vista con il reddito ponte, deve essere prospettiva concreta e programmata anticipatamente rispetto alla contingenza dei singoli. Vi sono lavori deliberatamente snobbati dai lucani, agricoltura, zootecnia ed artigianato, è basilare che oltre alle politiche lavorative si educhi alla funzione sociale del lavoro stesso. L’analisi del mercato lucano del lavoro ha sofferto di carenze significative già sottolineate tempo addietro dal noto giuslavorista sen. Ichino. Edilizia sociale per la terza età; la popolazione regionale invecchia ed in tanti casi o non è autosufficiente o vive in solitudine a causa dell’abbandono dei figli dovuti forzatamente emigrare. Occorre per queste persone un welfare ad hoc che parta dalla sicurezza del reddito di questa fascia d’età. La Basilicata è piena di immobili pubblici inutilizzati, ciò potrebbe essere un altro vantaggio economico in tal senso. Darebbe sicurezza d’impiego anche a tutti gli oss/osa che oggi sono disoccupati o lavorano ad intermittenza. Definizione di un Piano idrico-laminazione invasi (piani per i contrasti delle piene); la Basilicata ha un prezioso surplus idrico che disseta 3 milioni di pugliesi. Non possiamo sperperarlo. Un terzo dell’acqua si perde nella rete idrica. La metà dei depuratori non funziona e le acque reflue rimangono inutilizzate. Le dighe lucane non hanno mai usufruito di un’opera di dragaggio né di laminazione degli invasi. L’Associazione Bonifiche Nazionali ha reso noto che in Italia nel 2012 c’è stato un deficit idrico di 40 litri per abitante, un dato grave che deve essere risolto. Ultimazione del Piano lidi Il litorale metapontino è stato cannibalizzato a causa di questo vuoto programmatico. I porti turistici sono stati realizzati con specifici accordi di programma, in distonia con lo stato di salute del resto del demanio marittimo. I lidi costretti ad annuali riassestamenti ed il demanio in preda ad abbandono ed abusivismo. Il litorale è compromesso da tempo per qualità e fruizione, ivi aggiunto il problema dell’erosione costiera. Serve questo strumento legislativo d’assetto per ordinarlo e riavviarne il recupero, oltre che per permettere sia agli imprenditori turistici, una pianificazione economica ordinata e sicura nel tempo, sia all’ambiente costiero una maggiore tutela.

AGRICOLTURA.  Soppressione dell’Arbea  multata pesantemente dall’UE per 86 milioni di euro. Essa ha una serie di funzioni espletabili senza la costituzione di un’agenzia ad hoc; è in pesante passivo e non ha apportato né snellimenti amministrative né ha assolto ai compiti per cui è nata. Ottimizzazione risorse comunitarie La Basilicata è ancora ferma al primo PSR, approvato con grande ritardo a pochi giorni dalla scadenza fissata dalla UE. La Basilicata ha perso ad oggi diversi finanziamenti UE e si trova indietro rispetto ad altre regioni meridionali nel recepimento delle politiche agricole comunitarie. Occorre abbattere il gap tra agricoltura intensiva e biologica:  il biologico non è supportato come l’intensivo(quest’ultimo ha 300euro di contributo medio per ettaro, mentre il biologico 180). Non vi è alcun monitoraggio fitosanitario nelle campagne. La Regione non supporta gli operatori nelle proiezioni sui mercati e le organizzazioni produttive di altre regioni vengono ad acquistare il prodotto lucano sotto la quotazione media nazionale. Secondo i dati ISMEA i redditi agricoli lucani sono crollati, tra il 2007 ed il 2012, del 16%. Ridefinizione delle funzioni e delle procedure amministrative in seno ai Consorzi di Bonifica: necessitano di una riforma seria e profonda che possa restituire centralità e virtu’ operativa ad un ente vitale per la conservazione del rapporto uomo-ambiente. Occorre chiarire le responsabilità gestionali degli ultimi anni per correggere il tiro e rilanciarne l’azione. Lo stato di alcune infrastrutture consortili è fatiscente. Ridisegnare il ruolo dei consorzi nell’economia moderna.

FORMAZIONE. Valorizzazione dell’Universita’ di Basilicata/enti formativi: l’Unibas può essere un reale volano di sviluppo del territorio, ma necessita di una svolta meritocratica seria e di una radicale depoliticizzazione. Non brilla tra gli atenei minori, nonostante i trasferimenti regionali e nazionali, oltre 40 milioni di euro nel 2012. Occorre ricalibrare l’offerta formativa, migliorare le infrastrutture, rendicontare la qualità della spesa, sintonizzarla sull’economia reale della Basilicata e valutare meglio la didattica. Gli enti formativi devono essere monitorati attentamente nella qualità offerta, e valutati sulla base dei risultati di placement dei partecipanti, ossia sull’effettiva percentuale di collocazione lavorativa post-corso.

RIFORME AMMINISTRATIVE. Vigilanza sulle attivita’ tecniche dipartimentali : è prioritaria l’attuazione, all’interno della macchina amministrativa regionale, di un’attenta e scrupolosa, nonché imparziale, valutazione dei dirigenti regionali e dei funzionari con posizioni organizzative;  si deve monitorare  e pubblicare la produttività dei vari dipartimenti/enti in base agli obiettivi raggiunti in maniera puntuale ed approfondita. Istituzione dell’  Anagrafe pubblica degli eletti e dei dirigenti. Open data (trasparenza)  la Regione deve informatizzare e pubblicare tutti gli atti riguardanti le sue funzioni, incluse le determine dirigenziali, pena l’invalidità dei provvedimenti stessi; la Regione deve raccogliere molteplici dati socio-economici in maniera piu’ puntuale e capillare per meglio calibrare la propria azione di governo. Riforma dell’autorità di gestione po-fesr perché non ha dimostrato competenza e vision adeguata alle esigenze della Basilicata. Tanti finanziamenti europei sono stati spesi in maniera improduttiva od opinabile; Blocco delle assunzioni fino al collocamento degli aventi diritto  che in questi anni hanno già vinto un concorso regionale senza però avere  accesso alla relativa collocazione lavorativa; Riduzione delle consulenze esterne alla contingenza ed assegnabili solo per esame pubblico, retribuibili solo a risultato ottenuto. Istituzione del “Fondo Sovrano” o Fondo di Sussidio Regionale: il petrolio non può essere l’alfa e l’omega della programmazione politica lucana. È una risorsa esauribile ad alto impatto ambientale, orfana di serie politiche di monitoraggio. Occorre garantire non solo il ripristino dei luoghi ma la sopravvivenza degli investimenti da esso derivanti. L’utilizzo relegato solo per la spesa capitale suggerisce l’istituzione di ciò che in altri Paesi è definito “Fondo Sovrano”. Cio’ permetterebbe ai Sindaci e ai Presidenti delle provincie di poter realizzare importanti opere “bypassando” il Patto di Stabilita’ che tarpa spesso le ali a validissimi progetti e sforzi amministrativi di chi governa con difficolta’ i comuni:  la Regione Basilicata deve istituire un Fondo di Sussidio Regionale (FoSuR) che garantisca una dotazione finanziaria idonea a tutte le richieste territoriali della regione (provincie e comuni: principio della sussidiarieta’) mediante un fondo rotativo: dalle infrastrutture, al dissesto idro-geologico, agli sgravi fiscali per le imprese, alla realizzazione di opere pubbliche di comprovata valenza strategica ai fini dello sviluppo del territorio, al recupero dei beni culturali  fino al sostegno di tecnologie di monitoraggio ambientale all’avanguardia, sicura ricaduta disciplinare anche per l’Unibas. Precludendo l’impiego delle royalties nella spesa corrente si eviterà la narcotizzazione dei bilanci pubblici, si eviteranno gli sprechi e le corruttele, evidenziando le responsabilità dirigenziali e quindi migliorando, in ultima analisi, l’esercizio della funzione pubblica. In tale contesto la  S.E.L. ( Società Energetica Lucana ) dovrebbe acquisire un ruolo attivo, di investitore nei mercati esteri dell’energia, vincolando la sua azione solo nelle fonti energetiche rinnovabili o a basso impatto ambientale. Esempio di mercato in espansione è l’idroeolico o l’approvvigionamento energetico a mezzo di centrali maremotrici, che dal 2015 entreranno in funzione, con diverse installazioni, nel nord della Francia e che potrebbero essere un ottimo segmento di mercato su cui investire. Rivisitazione degli investimenti in derivati e prodotti  finanziari che ad oggi hanno causato una perdita di oltre 20milioni di euro. Varo di un Piano di smobilizzo dei beni regionali: vendita della parte improduttiva del patrimonio immobiliare/fondiario della Regione Basilicata valutato in oltre 50 meuro. Varo di un Piano Editoriale: soluzione del conflitto d’interesse. La Regione Basilicata è ad oggi il primo editore regionale con le relative problematiche in seno alla libertà ed alla trasparenza dell’informazione pubblica. Un conflitto che va immediatamente affrontato nel rispetto della libertà d’informazione e della libera concorrenza nonché nell’esercizio della democrazia. Completamento dello Statuto Regionale: la Basilicata, col Molise, e’ l’unica regione priva di una carta statutaria. Occorre raccogliere il maggior numero possibile di istanze partecipative del mondo civile (ad oggi le leggi di bilancio sono escluse da ogni proposta legislativa popolare , L.R. n.40/1980) per dare alla Lucania uno statuto davvero democratico. (Giuseppe D’Armento Costituente provinciale FDI-Matera)