Amnistia: “La tempistica della dichiarazione di Napolitano pone leciti dubbi”

28 settembre 2013 | 21:38
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Amnistia: “La tempistica della dichiarazione di Napolitano pone leciti dubbi”

Caro Presidente Napolitano, mi sorge un dubbio che spero Lei smentisca. Temo che si pensi di risolvere una crisi di Governo dovuta ai problemi giudiziari di uno, con una bella amnistia che metti “tutti” tranquilli. E il dubbio arriva dal fatto che questa dichiarazione sia stata fatta proprio oggi. Mi dica che mi sbaglio, che non è vero che a pensar male ci si azzecca sempre. Perché se sarete tranquilli voi, nelle vostre case blindate, con le scorte appena una mosca vi viene vicino, non lo saranno i milioni di cittadini che rischiano di diventare vittime dei reati che certamente ne deriveranno. E adesso non si tiri fuori la nenia che è allarmismo gratuito. Parlano i numeri, le statistiche che mostrano come dopo ogni provvedimento d’impunità aumentino i reati gravissimi contro la persona come violenze sessuali e omicidi volontari e le rapine.  Il sovraffollamento delle carceri non sia un “capro espiatorio”. Lo si può risolvere già da dopo domani senza liberare i delinquenti mettendo in pericolo i cittadini onesti e innocenti. Lei afferma che “Abbiamo un obbligo giuridico come ci impone la corte di Strasburgo per dare una risposta soddisfacente all’affollamento delle carceri”, ma questo obbligo non può essere soddisfatto rendendo lo Stato mandante degli omicidi che ne deriveranno. Nè può calpestare la dignità umana delle Vittime dei reati che si vedrebbero negare nuovamente quello che voglio considerare un “diritto acquisito” ancora più elevato di quello alle intoccabili pensioni d’oro, il diritto alla Giustizia. L’obbligo primario di uno Stato è quello di creare uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia. Di seguito solo alcuni dei molti nomi di Vittime dell’indulto 2006, di cui siete tutti responsabili: Salvatore Buglione, Paolo Cordova, Luigia Polloni, Antonio Allegra, Barbara Dodi, Guido Pellicciardi,Lucia Comin, Ezzedine Oueslati, Maria Antonietta Mariani. Ma anche solo una persona uccisa da chi doveva restare in carcere rende lo Stato che ritiene queste morti solo “effetti collaterali”, assassino.

Lo dichiara Barbara Benedettelli, Responsabiel Nazionale dell’Area Tutela Vittime della Violenza di Fratelli d’Italia- Centro Destra Nazionale