Un patto per i disoccupati over 30

5 agosto 2013 | 12:45
Share0
Un patto per i disoccupati over 30

“Un Patto per favorire le assunzioni di disoccupati over 30 che in Basilicata ed in generale nel Mezzogiorno sono in grande maggioranza, pensando ad uno strumento a metà strada tra il contratto a termine, con più ampie garanzie specie per persone in avanti con l’età e con meno protezione previdenziale, e l’apprendistato, anch’esso con differenziazioni e tutele”. E’ la proposta del segretario regionale della Uil della Basilicata Carmine Vaccaro. “Se ci fosse ulteriore bisogno, la più recente indagine Unioncamere – aggiunge – conferma la persistenza di problemi strutturali nel nostro mercato del lavoro: la difficoltà nell’incontro tra domanda e offerta, la bassa percentuale di attivazioni di contratti di apprendistato, la forte flessione di consumi interni, che condizionano negativamente i settori dell’edilizia, del commercio, del turismo e, infine, la questione meridionale. Questa dinamica  tenderà a colpire prevalentemente – continua – tutti quei settori più prettamente dipendenti dal mercato interno: il Mezzogiorno (da cui è atteso il 35% del saldo negativo complessivo), le imprese con meno di 10 dipendenti (che prevedono di ridurre la propria forza lavoro di 142.600 unità), le costruzioni (-59mila il saldo), il commercio al dettaglio (-24.500) e il comparto turistico(-25.600). “Non abbiamo più tempo – prosegue vaccaro – per i piccoli passi; aver superato nel Paese 3 milioni di disoccupati è politicamente, socialmente ed economicamente assolutamente insostenibile anche per i tanti segnali di disagio sociale.  I dati sono allarmanti, ma lo saranno ancora di più se non verranno attuate politiche orientate a rimettere in moto i consumi, condizione per far ripartire l’occupazione. La politica deve realizzare scelte dolorose e coraggiose per trovare risorse finalizzate a diminuire la pressione fiscale a lavoratori e imprese e per far ripartire il consumo interno. Le parti sociali, dal canto loro, – conclude Vaccaro – devono definire rapidamente intese che costruiscano regole equilibrate per ‘tenere’ insieme tutele e reddito di chi è chiamato a lavorare e flessibilità buone per le aziende che realmente assumono”.