“Ci hanno impedito di allenarci”

6 agosto 2013 | 18:38
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“Ci hanno impedito di allenarci”
“Ci hanno impedito di allenarci”
“Ci hanno impedito di allenarci”

“Una telefonata calata dall’alto” e niente allenamento. Porte dello stadio “Corona” chiuse per i giovani calciatori. E senza una “ragione plausibile”. Ecco come sono andati i fatti. E’ tempo di preparazioni atletiche, delle prime sgambature in vista dell’imminente stagione calcistica ormai alle porte. E’ tempo di rodaggi per entrare nella giusta condizione fisica possibile. Ma per far questo bisogna allenarsi. A meno che non ci si trovi con i cancelli del campo di allenamento chiusi. Senza una ragione “plausibile”. In buona sostanza è ciò che è accaduto nel pomeriggio del  5 agosto ai ragazzi della FSt Rionero – compagine neopromossa nell’Eccellenza lucana – che si sono visti negare l’accesso allo stadio “Pasquale Corona” di Rionero in Vulture, con i cancelli off limits. Allertato il custode dell’impianto (il quale aveva avuto disposizioni di presentarsi) al fine di aprire le porte ai ragazzi della juniores, degli allievi e della prima squadra, allo stesso sarebbe arrivata una telefonata, “calata dall’alto” che gli proibiva di rendere fruibile il campo ai giovani della Fortitudo. Il motivo di questo dietrofront è ancora tutto da decifrare tuttavia senza creare sterili ed inutili campanilismi si può percepire puzza di bruciato. A Rionero infatti quest’anno potrebbero essere due (la Vultur, infatti, la squadra storica della cittadina,  non ha ancora la sicurezza dell’iscrizione in Eccellenza, è senza allenatore e di conseguenza non ha iniziato ancora la preparazione) le formazioni che disputeranno un derby nel massimo campionato regionale. Tuttavia potrebbe non trattarsi soltanto di beghe calcistiche. “Alcuni interessi ‘particolari’ – afferma Pino Pietropinto, dirigente della Fortitudo – forse sono legati alla gestione dello stadio, veicolata dall’amministrazione comunale. Dallo scorso dicembre – prosegue – ci siamo sempre allenati tranquillamente in coabitazione con i ‘cugini’ della Vultur ed anche nella giornata di ieri (5 agosto, ndr) dopo aver parlato con Mauro Nardozza, presidente appunto della Vultur, si era deciso che potevamo iniziare ad allenarci. Oggetto del contendere potrebbe essere il rifacimento del terreno di gioco, il cui manto erboso oggi è in sintetico di ultima generazione.” Al momento la gestione dello stadio, dunque, è “congelata” nell’attesa di capire se la squadra storica del centro del Vulture riuscirà a disputare il prossimo campionato di Eccellenza. Ciò non “giustifica – rilancia Pietropinto – la chiusura dei cancelli per un legittimo allenamento.” Forse perché la vicenda gestione è ancora appesa oppure esiste allora qualche “interesse” che pende sul sintetico?  La Fortitudo del patron Franco Dapoto ha ottemperato tutto l’iter burocratico circa l’iscrizione e quant’altro. Come si dice in gergo: “è a posto con gli incartamenti”. La Fortitudo fa calcio in maniera per così dire “artigianale”, con un budget di circa 15mila euro e alla ricerca di ulteriori sponsor, ma lo spirito non è certo quello di mettersi in competizione con i cugini della Vultur. “Abbiamo cercato spesso – dichiara Pietropinto – di sederci ad un tavolo ed unire le forze ma non siamo riusciti a raggiungere un accordo. Disperdere energie con due squadre in Eccellenza in una cittadina come Rionero è soltanto farsi la guerra tra poveri.” Pietropinto si ritiene da sempre “uomo di calcio” e a lui le “beghe amministrative e la burocrazia” non interessano, “ma se ci sono obblighi tariffari comunali legati alla gestione dell’impianto  – rassicura – noi forniremo tutto ciò che ci verrà richiesto.” Nonostante sia sulla sponda biancoazzurra ( i colori della Fortitudo), Pietropinto si augura “che i bianconeri della Vultur possano iscriversi al campionato” però non riesce a capacitarsi di un gesto “così stupido”: interdire l’allenamento ai ragazzi. I primi a pagare infatti sono loro, più di 150 tesserati che sono costretti a vagabondare negli impianti limitrofi del circondario: Scalera, Atella e Ripacandida, con la sola esclusione di Barile, che, nonostante l’amministrazione della cittadina avesse concesso l’autorizzazione, la società Asd Barile si era rifiutata di aprire i cancelli. Ora questa situazione si ripete anche a Rionero. “I ragazzi erano molto scossi, – precisa Pietropinto – alcuni addirittura piangevano. Ma è tutto comprensibile perché erano ansiosi ed emozionati di prepararsi per un’avventura affascinante come quella dell’Eccellenza. Oggi (6 agosto, ndr) siamo costretti ad andare ad Atella.” Quelli della Fortitudo non chiedono nulla, “vogliamo solo allenarci – conclude il dirigente – in un impianto che dev’essere fruibile a tutti i calciatori. Per i ragazzi questa è una valvola di sfogo, meglio toglierli dalla strada che vederli gettati in qualche bar.”  E il mister della Fortitudo Rionero Carmine Cassese è pronto a vendere cara la pelle. “Se non ci fanno giocare a Rionero – replica – chiederemo di allenarci a Potenza.”  (Francesco Caputo)