Cantinando: non basta il Dio Bacco per incantare i turisti

21 agosto 2013 | 16:19
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Cantinando: non basta il Dio Bacco per incantare i turisti

Barile (Potenza) – Il finale col botto alla rassegna Cantinando – con i soliti arresti, con le solite risse, e con i contendenti che questa volta non si sono fermati neanche davanti all’arrivo dei carabinieri – lascia un retrogusto amaro. Ciò che manca a Barile, terra di Aglianico del Vulture, non è certo il vino. Manca piuttosto la ‘cultura’ del vino. Non basta trovarsi dinnanzi ad ettolitri di ‘dio bacco’ per trovare la pace. Il vino va ‘accompagnato’. Questo ci insegnavano i nostri avi. A Cantinando, invece, il cibo più quotato per accompagnare, è un panino con salsiccia che devi faticare a buttare giù. Pochi formaggi, salumi e piatti tipici. Poche degustazioni. Il parco delle cantine per l’occasione si è piuttosto trasformato in una passerella di abiti da sera più o meno scosciati. E’ diventato un palcoscenico dove fa ‘chic’ mostrarsi. Manca, invece, un’animazione. Un vero percorso di divertimento e di condivisione. E’ una bolgia con poche regole. I luoghi dove aggregarsi e quelli destinati alla musica, sono sfilacciati. Distanti. Slegati. Capita di incrociare bancarelle e cantine poco caratterizzate. Su cui l’occhio proprio non riesce a fermarsi. E così il vino diventa l’unico protagonista. Con tutti i rischi che ne scaturiscono. Per non parlare dei limiti per la sicurezza. I muretti che costeggiano il percorso sono spesso bassi e senza protezione. Al di sotto ci sono numerosi dirupi. Un bicchiere in più, una perdita di equilibrio, e qualcuno potrebbe farsi male davvero. Sono questi gli aspetti su cui bisognerebbe riflettere in futuro. Sì, certo, il vino ‘non è Coca Cola’. Siamo d’accordo. Ma questo è vero anche a Sant’Angelo Le Fratte (Potenza), dove il consueto appuntamento con ‘Cantine Aperte’, che si è chiuso il 15 agosto, è scivolato via senza problemi. Con immensa soddisfazione dei nuovi turisti che ogni anno ne scoprono il richiamo. Perché a Sant’Angelo il vino si assapora, si gusta, si unisce ad una gastronomia molto variegata, e ad un mix di odori che ti catturano. E poi c’è la musica. Inerpicandoti tra una cantina e l’altra scopri nuove orchestre. Scenari e giochi di luce che ti sanno incantare. E’ un’armonia di sensi. Forse bisognerebbe prendere spunto da lì. Per sottrarre ‘Cantinando’ al viale del tramonto.