Trivelle nello Jonio, “Basilicata e Calabria rispettino la legge”

23 luglio 2013 | 10:32
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Trivelle nello Jonio, “Basilicata e Calabria rispettino la legge”

L’associazione Mediterraneo No Triv ha inviato alla Regione Basilicata e Calabria, alle rispettive provincie delle due regioni e al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio, un atto formale di invito ad applicare il principio di precauzione in materia di istanze di ricerca di idrocarburi nell’Alto Jonio cosentino e nel tratto lucano. Dunque da Policoro (Matera) a Trebisacce (Cosenza). Giovanna Bellizzi, portavoce di “Mediterraneo No Triv” ha così voluto ricordare alle istituzioni che  la normativa di legge in materia impone agli enti pubblici di tutelare l’ambiente vietando la realizzazione di impianti industriali che possono provocare un forte impatto sull’ambiente. In assenza di studi scientifici in grado di escludere la potenziale pericolosità per la salute pubblica e per l’ecosistema naturale, infatti, la ricerca e l’estrazione di petrolio non può essere autorizzata. “E’ un principio – sottolinea Bellizzi –  che impone un atteggiamento prudenziale e non può essere ignorato e disatteso dalle istituzioni. In effetti, è proprio in virtù del principio di precauzione che con D.L. il governo ha sospeso le istanze di ricerca di idrocarburi nel Golfo di Venezia. Non è possibile – rilancia la portavoce – applicare la legge solo in alcune zone della nostra nazione, quasi a considerare Basilicata, Calabria e Puglia non meritevoli di tutela. E’ per questo motivo che Mediterraneo No Triv ha deciso di “porre in mora” la Regione Basilicata e la Regione Calabria invitandoli a non disattendere la legge. E’ notizia recente che la società Appenine Energy Srl ha chiesto una sospensione temporale della procedura Via (Valutazione impatto ambientale)  per poter condurre studi nel mar Jonio basandosi su linee sismiche già registrate in passato. E’ fondato il “timore” che con questa iniziativa la società petrolifera cerca di raggiare un ostacolo frapposto dall’associazione Mediterraneo No Triv. In effetti, già nel mese di gennaio – prosegue Giovanna Bellizzi – abbiamo chiesto formalmente al ministero di emettere un provvedimento di rigetto dell’istanza 148 della Appenine Energy non avendo la società provveduto a depositare l’integrazione della Sia nei termini prescritti dalla legge. Piuttosto che preoccuparsi delle conseguenze di un legittimo rifiuto chi ha precisi obblighi istituzionali dovrebbe invece preoccuparsi di applicare solo rigorosamente la legge. L’istanza d148 deve’essere rigettata e al riguardo ‘Mediterraneo No triv’ invierà nei prossimi giorni una richiesta formale.” L’impegno continua anche con l’informazione rivolta ai cittadini come, appunto avvenuto il 22 luglio a Nova Siri Scalo (Matera) dove si è svolto un importante incontro dell’associazione “Mediterraneo No Triv” con la popolazione. L’evento organizzato dall’associazione “La scintilla” di Nova Siri ha consentito di evidenziare alla collettività la potenziale pericolosità dell’estrazione di idrocarburi in mare e in terraferma oltre a richiamare quelli che sono gli obblighi delle istituzioni locali. Sindaci, consiglieri comunali e provinciali oltre al governo regionale – tuona la Bellizzi – hanno tutti l’obbligo, sancito per legge, di attivarsi per la protezione dell’ambiente e soprattutto della salute dei cittadini e non solo con vuote indicazioni o proclami politici, poi sempre disattese dai fatti, come appunto dimostrato dalla moratoria agli idrocarburi disposta dalla regione Basilicata e sonoramente bocciata dalla consulta. Servono i fatti e non le parole. L’impegno dei cittadini – conclude – sarà un domani, di chiedere conto alle istituzioni del lavoro svolto.” Mediterraneo No Triv nei prossimi giorni presenterà anche una denuncia alla Comunità Europea per segnalare la grave questione dell’inquinamento delle acque del Pertusillo al fine di capire perché ciò è avvenuto, di chi sono le responsabilità per omesso controllo e vigilanza.