“Il pedaggio a Brienza deve pagarlo De Filippo”

19 luglio 2013 | 13:23
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“Il pedaggio a Brienza deve pagarlo De Filippo”

Prima che la “provocazione” del sindaco di Brienza Pasquale Scelzo diventi uno dei tanti “palloni d’estate”, il Csail-Indignati Lucani che sulle infrastrutture ha da sempre fatto battaglie (si ricordi la Saurina) ritiene che si deve cogliere l’idea di istituire un pedaggio all’ingresso di Brienza per rilanciare la necessità, non più rinviabile, del completamento del sesto lotto della Tito – Brienza. A sostenerlo è Filippo Massaro, Csail-Indignati Lucani. Ha ragione il sindaco: i disagi per i cittadini di Brienza come per gli automobilisti, specie quanti dalla Val d’Agri devono raggiungere il capoluogo, sono quotidiani e non più sopportabili. E in proposito non c’è Patto di Stabilità che tenga perché ritardi, inadempienze e sottovalutazioni della Regione non hanno né alibi e né giustificazioni ma solo tanta vergogna. Quindi – dice Massaro – se c’è qualcuno che deve pagare “pedaggio” per tutti gli automobilisti è il Governatore De Filippo che non è stato in grado di far sentire la voce della Regione sull’Anas e sui Governi che si sono succeduti negli anni. Il subdolo Governatore deve capire – continua Massaro –  che il tempo delle promesse “fasulle” è scaduto, non è più tollerabile che i lucani accettino ancora l’inettitudine “defilippiana”, vogliono fatti concreti. La soluzione  è semplice ed obbligata: si attinga dal “Pozzo di San Patrizio” delle royalties del petrolio, ( 600 milioni di euro incassati e sperperati dalla Regione Basilicata senza aver realizzato nessuna infrastruttura) , per destinare una somma cospicua da spalmare  nei prossimi cinque anni. Invece di disperdere le royalties in mille rivoli che – come accadrà per l’ennesimo assestamento di bilancio regionale 2013 che rappresenterà l’ultimo atto di questo sciagurato Consiglio Regionale – non producono benefici diretti – dice Massaro – né alle popolazioni che convivono con i pozzi e né al resto delle comunità locali della nostra Regione, è meglio – lo ripetiamo da anni – di concentrare le risorse su due-tre progetti strategici.  Ed è il caso di ricordare che il programma di lavori del sesto lotto della variante Tito-Brienza, per un importo di oltre 125,7 milioni di euro, è la prima e vergognosa“grande incompiuta” inserita nell’Anagrafe dei lavori pubblici progettati in Basilicata e mai portati a termine. Per la Tito-Brienza siamo fermi alle dichiarazioni dell’amministratore dell’Anas Pietro Ciucci, il 23 aprile 2012, in occasione della cerimonia di apertura al traffico delle nuove opere infrastrutturali sulla A3 Salerno-Reggio Calabria (il nuovo svincolo di Lauria Nord e due nuovi chilometri di autostrada). E poiché – conclude Massaro – nel provvedimento cosiddetto sblocca-cantieri del Governo Letta che ha una posta finanziaria di ben 1,5 miliardi di euro per riavviare i lavori delle infrastrutture viarie e ferroviarie non c’è un euro per la Basilicata, forse perché tra Governo-Regione c’è in atto il “baratto”  con la carriera politica di alcuni, quindi dobbiamo pensarci con le nostre risorse.                                   

Filippo Massaro, Csail-Indignati Lucani