“Attimi paralleli”, alla scoperta del mistero di sé

1 luglio 2013 | 17:38
Share0
“Attimi paralleli”, alla scoperta del mistero di sé

Estremamente originale quanto a tecnica narrativa: scritto a quattro mani procede per capitoli alternati raccontando la medesima ‘scena’ dal punto di vista dell’uno o dell’altra, come se fossero due racconti separati. Non una semplice storia d’amore quanto piuttosto un viaggio psicologico che scava a fondo nell’interiorità dei personaggi, in cui è facile immedesimarsi. Una narrazione fortemente descrittiva, visiva, cinematografica del quotidiano tran-tran in grado di svelare l’anima di una donna e di un uomo in un mix di introspezione, passione ed ironia. Presentato anche a Potenza “Attimi paralleli. Una storia a due voci” (Ed. Psicoline, Chieti): il romanzo scritto dalla giornalista potentina Carmela Ferrara e dallo scrittore romano Antonio Di Giovanni, al loro primo sodalizio letterario, certamente non l’ultimo. Tra i protagonisti del Salone Internazionale del Libro di Torino e dopo varie presentazioni che nei mesi scorsi si sono susseguite a Roma e in diverse città italiane, il libro è stato presentato anche al pubblico del capoluogo lucano: venerdì scorso, nella cornice del Circolo Angilla Vecchia, da sempre impegnato in molteplici attività culturali e iniziative di promozione artistica e letteraria a servizio della città.

In prima persona, alternandosi, Alex e Loreley, i due protagonisti raccontano le stesse vicende con una logica, un sentire, un vissuto molto diversi: universi spesso distanti, quello delle donne e degli uomini che guardano e vivono la realtà con i loro ‘propri’ occhi. A fare da ‘mediatore’ tra i due arriva un terzo personaggio: un giovane gay che è in grado di capire meglio di chiunque altro certi meccanismi psicologici sia dell’uno sia dell’altra. Ma la casuale, appassionante ed altalenante storia d’amore è solo il pretesto per parlare delle emozioni e delle percezioni individuali capaci di spalancare quelle mille possibilità o ‘sliding doors’ innumerevoli che si presentano a chiunque si ritrovi perso nei complessi labirinti emozionali e spirituali e possono condurre ad un’in-sperata evoluzione catartica, rivelatrice di un essere umano migliore. Il superamento di un’apparente incompatibilità ed incomunicabilità. Il gioco di apparenze e di pirandelliane maschere. Il potere dell’autodeterminazione sull’arbitrarietà di un fantomatico destino. L’invito a non giudicare d’istinto, a non fermarsi alla superficie: sono i temi che il libro lancia al lettore trascinato dal susseguirsi dei pensieri dei due protagonisti.

“Nel libro c’è anche un altro filo sottile: quello della diffidenza” ha sottolineato l’autrice Carmela Ferrara, giornalista esperta di comunicazione e marketing, tra l’altro vincitrice del concorso letterario nazionale ‘Speciale Donna 2010-Roma’ con il racconto ‘Libera di scegliere’. “Spesso si viene considerati per quello che si è stati. Nonostante si sia compiuto un difficile ed elaborato percorso di evoluzione, di ‘catarsi’, di ‘riabilitazione’ nella società, spesso si rimane legati al pregiudizio. Il messaggio del libro, invece, invita proprio accettare che si può cambiare. Che si può essere migliori: proprio come accade ai protagonisti che riescono a migliorarsi a vicenda e a superare i propri limiti”. “La nostra collaborazione narrativa è nata da un incontro fortuito su Face Book” ha rivelato l’autore Antonio Di Giovanni, giornalista e scrittore nonché appassionato di psicologia. “Il libro è il frutto di un lavoro durato quasi due anni e mezzo. Ora siamo molto felici del riscontro del pubblico e soprattutto di quanto mi confessa qualche lettore: emozionarsi e ritrovarsi con una lacrima che scende sul viso è cosa accaduta anche ad uomini, oltre che a donne”.

I due autori hanno tutte le intenzioni di dare prosieguo alla loro collaborazione ed è già in cantiere un secondo romanzo. Ma intanto preferiscono tenere a freno i progetti futuri per poter assaporare con la dovuta tranquillità e serenità il successo di “Attimi paralleli” che, configurandosi già come una ‘mezza sceneggiatura’, può cavalcare anche il sogno di un’eventuale trasposizione cinematografica.