Bambina bruciata viva perché accusata di essere una “spia”

1 giugno 2013 | 10:20
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Bambina bruciata viva perché accusata di essere una “spia”

Una bambina indiana di 11 anni è stata bruciata viva da due donne, madri di due sue amichette, come punizione per aver “fatto la spia” su un furto di frutta nell’orto di un villaggio indiano. Soccorsa dal nonno e portata in ospedale, la piccola è morta per le gravi ustioni riportate su tutto il corpo. La bambina, di nome Rinki Behera, si era introdotta mercoledì scorso, insieme ad altre due coetanee, nella proprietà di un contadino per rubare alcuni melograni. La piccola, scrive Tgcom24,  ha poi rivelato l’identità delle sue complici al proprietario del frutteto, che è subito andato ad informare i genitori dell’accaduto.

Invece di rimproverare le figlie, le mamme si sono procurate una tanica di benzina e sono andate a casa di Rinki, l’hanno immobilizzata e, dopo averla cosparsa di benzina, hanno appiccato il fuoco.