Uccidere la libertà: il corto di Makabu sulla disabilità

24 maggio 2013 | 10:53
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Uccidere la libertà: il corto di Makabu sulla disabilità

Un corto sulla disabilità e le barriere architettoniche diretto da Patrice Makabu. Si intitola “Uccidere la libertà” e presenta un’originale ed interessante visione del mondo attraverso gli occhi delle persone con disabilità, una città, Potenza, vissuta con i ritmi e le paure di chi non ha la fortuna di poter vivere in piena autonomia gli spazi urbani. Questo cortometraggio, già visibile su youtube, della durata effettiva di circa tre minuti é un susseguirsi di scene velocissime che ruotano intorno ad una donna con in mano una pistola, i protagonisti sono inghiottiti all’ interno di una spinosa relazione con le difficoltà originate dalle barriere architettoniche prima di tutto, dalla palpabile inciviltà delle collettività a seguire. Uno scenario a tratti agghiacciante, accompagnato da un background musicale appositamente composto per rendere le scene ancor più significative, il realismo delle immagini proposte risiede nel fatto che gli stessi protagonisti hanno segnalato quelli che rappresentano oggi i pericoli a cui sono esposti e le difficoltà di relazionarsi ed interfacciarsi con persone e strumenti di indiscutibile modernità ma grande inutilità.. Patrice Makabu, noto per le sue proposte provocatorie ma di indiscutibile qualità propone un messaggio che sicuramente rimarrà impresso nella mente degli spettatori e descrive così questa sua prima esperienza nel mondo del reportage multimediale.”Spesso quando ci si trova di fronte ad un video che tratta problematiche di questo genere, – afferma Makabu – oltre alle immagini proposte s’ intravede un velo tra spettatore e realtà, si tende a voler quasi sbiadire la drammaticità delle situazioni per non turbare lo stato d’animo di chi osserva. Uccidere la libertà é un video volutamente inquietante, il bianco e nero ne accentua clima, le scene proposte in velocità, i suoni della città, gli spari soprattutto, contribuiscono ad interromperne continuamente lo scorrimento creando di volta in volta uno spunto di attenzione e bloccando la libera interpretazione delle scene. La musica, – conclude – composta appositamente per questo video é l’elemento che contribuisce a creare insieme ad altri fattori una situazione di ansia e smarrimento”.